S. LAPENNA. Gli Equi tra Abruzzo e Lazio
Synapsi Edizioni, 2004, pp. 252, ill. b. n. e col. nel testo, euro 30.
Suggestiva la maschera fittile di donna, che sembra interrogarci e invitarci a seguirla oltre lo sguardo rivelatore di segreti, scelta per la copertina del prezioso catalogo della omonima mostra allestita nel comune di Oricola lo scorso anno. Ed in effetti, per chi non avesse avuto la fortuna di godersi quello “spazio narrante”, questo volume ricco di contributi scientifici (tra gli altri, di G. Alvino, V. d’Ercole, E. M. Menotti) di foto molto ben curate e di piante, bibliografia, grafici e schede è uno strumento prezioso di cui non si può fare a meno se si vuole davvero cominciare a conoscere in maniera seria e scientifica questo antico popolo italico che tanta paura fece ai Romani e che questi, alla fine, nel 304 a.C. praticamente cancellarono dalla faccia della Terra. Il volume non trascura nessun aspetto di questa zona di confine tra Abruzzo e Lazio; in esso si ritrovano studi relativi alla topografia, geologia e all’ambiente (la Grotta del Cervo di Pietrasecca), all’uso del territorio e agli insediamenti equi, ai rituali funerari, alla descrizione degli oggetti ritrovati (significativi i dischi-corazza) nelle necropoli riportate alla luce (Casal Civitella di Riofreddo, Piani Palentini di Scurcola Marsicana, Corvaro di Borgorose), ai rapporti degli equi con altre civiltà, alla presenza romana dopo la colonizzazione (Carsioli e la stipe votiva), alla analisi delle fonti scritte. E qualche lettore potrebbe restare anche sorpreso nel leggere della “presenza di menhir in pietra all’esterno dei tumuli” equi. Insomma, un volume che raccoglie non solo tutto ciò che è stato messo in mostra ma che è anche una sintesi importante di quanto (poco) si conosceva nel passato degli equi e di quanto, nell’ultimo ventennio, è stato scoperto e si sta ancora scoprendo su questo popolo. (ar. ta.)