GUGLIELMO CAPISACCHI DA NARNI. Chronicon Sacri Monasterii Sublaci (Anno 1573)
Tipografia Editrice Santa Scolastica, Subiaco 2005, pp. 1584, tav. col. nel testo, s.i.p.
Un’opera pesante, in tutti i sensi: e per l’enorme mole e per il contenuto particolare non certamente alla portata di tutti. Ma un libro importante, di quelli che, appunto, hanno un peso e che resisteranno nel tempo negli scaffali degli studiosi e di tutti quegli appassionati che non potevano avvicinarsi al manoscritto del Capisacchi perché in difetto con la conoscenza della grafia “italica” del XVI secolo o impossibilitati a recarsi presso l’Archivio di Santa Scolastica a Subiaco. Luchina Branciani, valente studiosa di topografia medievale, è riuscita finalmente a trascrivere e tradurre il manoscritto, da alcuni storici famosi molto consultato, ma finora rimasto inedito. Una fatica durata anni, un lavoro certosino, accurato, scientifico che ci regala una Cronaca, che il monaco Capisacchi (1507-1579) scrive “con stile asciutto e serrato”, non solo utile alla comprensione di avvenimenti religiosi, politici e sociali accaduti alla fine del Cinquecento a Subiaco e circondario ma anche una serie di aneddoti personali che rendono il Chronicon più gradevole a leggersi. Molte pagine della Cronaca raccontano di episodi interessanti come le due cacciate dei monaci da Subiaco, di scontri con abitanti (briganti?) del luogo e si intrecciano spesso con le attività dei Colonna. L’edizione è curata, di pregio, impreziosita da tavole a colori ed altre esemplificative della scrittura, indici con Signa e monogrammi inseriti dal Capisacchi, “scrittore rinascimentale”, nel suo manoscritto. Un’opera, insomma, che vale quanto pesa. Parecchio.(ar. ta.)