NICOLA CARIELLO. I Saraceni nel Lazio (VIII-X secolo)
2001 Edilazio, pp. 120, ill. b. n. nel testo
In questo periodo di particolare incomprensione tra i Cattolici e i Musulmani, tra l’Occidente laico e l’Islam, torna abbastanza utile e ancor più interessate la lettura del prezioso lavoro di Cariello, appassionato cultore di storia altomedievale. Sì, perché qui non si tratta di ri-leggere le vicende delle battaglie, più o meno veritiere, tra Saraceni e Cristiani combattute nel Lazio, ma, al contrario, “una ventina di testi, tra lettere, contratti privati, cronache locali, diari di viaggio, brani di un testamento, passi del Liber Pontificalis” redatti nel periodo tra il 700 e il 900, raccolti in forma antologica in lingua originale e tradotti a fronte. Un tuffo nel passato “buio”, pieno di intolleranza e di ignoranza reciproca, che non poteva non causare odio e guerre. Ma i documenti restituiscono anche descrizioni fantastiche di Roma (con i tetti tutti di piombo scambiati per mare), stranezze (il fiume con “il fondo lastricato di lamine di bronzo”), amenità (una chiesa con un fiume che vi penetra dentro ed una statua che impedisce a ranocchi, testuggini e granchi di passare). “Ma che cosa cercavano nel Lazio i Saraceni?”, si chiede l’Autore. Il lettore scoprirà, non senza sorprese, che, aiutati da altri “italiani”, i così detti “infedeli” trafficavano in schiavi. (ar. ta.)