Edicole sacre di Subiaco

GIORGIO ORLANDI. Edicole Sacre di Subiaco
Comunità Montana dell’Aniene, 2008 Subiaco, pp. 205 (cm. 21,5×29,5), molte foto a colori o virate seppia, euro 25,00.

Giorgio Orlandi, architetto, di antica famiglia sublacense, è molto noto non soltanto nella sua città d’origine, in quanto è stato animatore di associazioni culturali e presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, ma anche in altre città italiane e all’estero, dove ha realizzato ville e complessi alberghieri o ha provveduto all’allestimento di mostre prestigiose. In quest’opera, la cui introduzione è dovuta all’abate di Subiaco Mauro Meacci, l’autore si è cimentato nel non facile compito di documentare ed illustrare compiutamente tutte le edicole, ivi comprese icone, sculture, crocifissi, che appaiono attualmente o che sono state presenti in passato per le strade di Subiaco o nei suoi immediati dintorni. Questi segnali di devozione, che, come scrive l’abate Meacci, rappresentano un’eredità dei “tempietti” di epoca romana, nello spazio di un millennio si sono andati moltiplicando e diversificando e hanno finito per connotare i vari spazi cittadini, ai quali a volte hanno anche dato un nome, costituendone quasi un simbolo. Ciascuna edicola ha una sua storia ed è legata ad un avvenimento fausto o infausto. Ognuna di esse è oggetto di una particolare devozione o magari di un festeggiamento che interessa la strada o il rione o, in ogni caso, l’ambiente circostante. Apparizioni miracolose, interventi soprannaturali o eventi storici possono essere letti per il tramite di questo tessuto di arte popolare, che appartiene alle più genuine ed antiche tradizioni delle nostre contrade. Ma, al di là della mera interpretazione sociologica, l’A. mette altresì in evidenza come le edicole sacre di Subiaco abbiano avuto il potere di influenzare l’arte dei pittori stranieri che tra Settecento ed Ottocento ebbero modo, nel corso delle loro scorribande nella Campagna romana, di trarre ispirazione da quelle che, a prima vista, sembrano da considerare delle semplici “madonnelle”. Un tema, pertanto, quello affrontato da Orlandi, alquanto complicato, in cui si intrecciano aspetti religiosi, sociali, storici ed artistici. Il libro, insomma, come si evidenzia nel risguardo della terza di copertina, colma veramente un vuoto e costituisce, occorre aggiungere, una preziosa testimonianza per il futuro anche nel campo illustrativo ed iconografico.
(Nicola Cariello)