M. SPERANDIO (a cura di), Montecelio. Mille anni di storia. Immagini e spigolature di archivio. Il popolo (Parte prima)
Sezione Cornicolana del gruppo Archeologico Latino “Latium Vetusâ€, 2007 Tip. Spedim Montecompatri, (cm 28×24), pp. 248, numerosissime ill. b/n e a colori nel testo.
Ha ragione la curatrice del volume a rivendicare più attenzione per questo bellissimo “paese antico e autentico” che nel 1937 dovette cedere le terre più fertili e la propria autonomia alla “città dell’aria”, Guidonia, che il regime fascista aveva appena fondato. Ma i monticellesi hanno, comunque, sempre mantenuto il proprio carattere, la propria dignità, la propria diversità che ne fa, ancora oggi, un paese vivo, “una comunità curiosa del proprio passato”, orgogliosa della sua millenaria storia, delle sue tradizioni religiose e laiche, dei suoi cittadini colti che hanno dato lustro al paese. Il corposo volume (il primo di una ricerca completa concepita in due parti), impreziosito da molte foto, stampe e riproduzione di documenti, è un suggestivo itinerario dal Cinquecento ad oggi attraverso il popolo e per il popolo: nel senso che l’attenzione degli Autori è volutamente rivolta a molto di ciò che gli archivi hanno restituito riguardo i monticellesi, i loro costumi e modi di vivere, i problemi e lo sviluppo del paese, tutti materiali ai più sconosciuti ed ora ad essi restituiti. Cos%igrave; si possono leggere testamenti importanti (il primo d’interesse popolare è del 1526), Catasti, notizie e documenti di uomini illustri dei secoli XVI- XVII (Picchetti, Panicola, Filippini); ammirare foto e disegni antichi che dimostrano il “rinnovamento” urbano del paese grazie ai Borghese, amici di Napoleone. Dell’Ottocento, il libro tratta particolarmente di “tre glorie” locali: Rusconi (abate e geologo), Cianti (frate e pittore) e Lanciani (archeologo). L’ultima parte del volume è dedicata al corredo delle vunnèlle, alla dote nonchè all’arredo domestico: argomenti che la curatrice ha, in passato, già trattato nella nostra rivista. Un bellissimo e prezioso libro pensato “per contribuire alla conservazione del patrimonio culturale monticellese”.
(Artemio Tacchia)