E. CORTI. Gli ultimi soldati del re
Edizioni Ares, Milano 1994, pp. 320 (cm 21×14,5) € 18,00
Classe 1921, Eugenio Corti partecipò come ufficiale di artiglieria alla campagna di Russia durante il secondo conflitto mondiale; sopravvissuto a quella terribile esperienza rientrò in Italia e continuò il proprio servizio nell’esercito. Nel settembre del ’43 l’armistizio di Cassibile lo sorprese mentre si trovava di stanza a Nettunia: allora anziché sbandarsi, come avvenne per la maggior parte dei militari italiani, il tenente Corti, insieme con il fedele attendente ed amico Antonio Moroni, si mise in cammino per raggiungere il re in Puglia, dove quel che restava dell’esercito sarebbe stato riorganizzato e avrebbe in seguito dato il proprio contributo nella guerra di liberazione, al fianco degli inglesi e dei polacchi.
Il viaggio da Nettunia alla Puglia di Corti e Moroni e poi la guerra di liberazione costituiscono proprio l’argomento di questo romanzo autobiografico. Dopo l’8 settembre i due ufficiali protagonisti del racconto, lasciata la base sulla costa laziale, si diressero verso l’Abruzzo cercando in ogni modo di evitare l’incontro con colonne dell’esercito tedesco. Raggiunta Valmontone attraversarono alcune catene collinari e fecero tappa a Gerano, con l’intenzione di risalire tutta la valle dell’Aniene fino a ridiscendere nel territorio abruzzese. La notte, però, sorprese i due viandanti proprio qualche chilometro prima di Subiaco. L’accoglienza da parte di due donne, che offrirono la loro cena e un giaciglio; l’attraversamento di una Subiaco, non ancora devastata dalle bombe, dove “l’armonia stava appesa a tutte quelle mura come un nido di rondine”; l’incontro con l’abate Salvi nel monastero di Santa Scolastica (“Mi stupiva la dignità che emanava da quell’uomo [...] Qualcosa che confusamente mi ricordava i re pastori biblici e greci”) occupano la prima parte della avvincente narrazione, che propone un punto di vista del tutto inconsueto sull’epilogo della seconda guerra mondiale in Italia. (Ettore Capitani)