Trebula Suffenas, la città dei Plautii Silvani

F. SCIARRETTA, Trebula Suffenas, la città dei Plautii Silvani,
Tiburis Artistica Ed., Tivoli 2013, (cm 17×24), pp. 136, ill.ni
b/n nel testo, s.i.p.
È alla terza edizione questo lavoro di Sciarretta (la prima risale al 1974), e l’archeologia, si sa, non è materia di certezze definitive. Così, con questo volume si vuole «offrire agli studiosi una sintesi, il più possibile organica, dei più recenti studi su Trebula Suffenas», visti i continui rinvenimenti soprattutto nella zona posta a sud-ovest del Passo della Fortuna, ai piedi di Ciciliano.
Non ha difficoltà l’Autore ad ammettere e, quindi, correttamente ad aggiornare – come fanno gli studiosi seri – le precedenti scoperte: «non si tratta infatti di una villa, anche se di grandi proporzioni, ma di una cittadina, la quale ebbe la sua storia e che dovette essere ben nota anche a Roma perché era il paese d’origine dei potenti Plautii Silvani». È ricco di suggestioni, il libro, di foto, di cartine, piante degli scavi e di informazioni sui numerosi resti rinvenuti in questo punto nevralgico della viabilità antica – crocevia di transumanze -, come l’amuleto di Aion con l’iscrizione magica, ora sparito. Diviso in dieci capitoli, nel volume Sciarretta tratta inizialmente degli studi per localizzare la piccola città, una delle cinque Trebulae conosciute, da lui per primo individuata ad ovest del Passo della Fortuna; quindi illustra gli edifici principali (acquedotti, officinae figulinae, luoghi sacri, il foro, la Schola degli Augustales, le terme con i suoi preziosi mosaici pavimentali, le strade), i ritrovamenti epigrafici, ceramici, gli ex-voto fittili, le monete. Trebula Suffenas divenne Municipio nel I sec. a. C. e quindi aveva una propria organizzazione civile e religiosa che qui viene illustrata insieme ai personaggi più influenti dell’epoca, tra i quali i Plautii Silvani (il loro mausoleo è quello di Ponte Lucano, tra i più riprodotti dagli artisti del Sette-Ottocento). «I Trebulani – scrive Sciarretta – facevano parte della grande famiglia degli Equi, che, in questa parte del territorio equicolano, erano distinti con il nome di Sufenates/Suffenates» e occupavano un’importante area che comprendeva anche una parte della valle dell’Aniene (da Subiaco, a Roviano, a Vicovaro) oltre i pagi dell’Empolitana, dei Ruffi fino ai Prenestini. Chicca finale, allegata al volume c’è la Carta del Revillas del 1739 in formato 44 x 68 cm. Info: 0774.311368. (Artemio Tacchia)