A PROPOSITO DELLA FONS BANDUSIAE DI LICENZA
di Gino Pietrollini
In recenti escursioni nella zona di licenza, lungo il “Fosso delle chiuse”, sono passato
a “Fonte Bello” la probabile Fons Bandusiae di orazio, posta a quota 548 m in
fondo ad una stretta valle orientata ovest-est. la fonte è cantata nella XIII ode del
terzo libro; secondo alcuni, orazio avrebbe dato questo nome ad essa in ricordo della
fonte sita presso il paese natale di Banzi, vicino a Venosa (lucania). Quest’ultima
attualmente si chiama Fonte nocella, è localizzata a 2 km a nord di Banzi, verso
Palazzo s. gervasio, vicino al torrente Fiumarella. Fons Bandusiae sarebbe la fontana
di Bantia, ora Banzi. È situata alla base di una roccia, esposta a sud-ovest in zona di
dolci colline a quota 487 m circa, in una valle ampia e un posto fresco d’estate
all’ombra degli alberi.
La radice Band, oltre che significare “gruppo di persone tenute insieme, legatura”, ha
il significato di “mostrare, apparire, divulgare” (1). Bandusiae significa allora: “ciò
che si mostra, che è appariscente”. orazio, come altre persone, deve essere stato colpito
dalla sua particolare bellezza e grandiosità, per attribuire ad essa questo nome.
Una polla sorgente dal terreno o scaturente da una roccia sarebbe stata normale. nella
zona vi è il “Monte spogna” (spugna, dal latino spongiam) che ha numerose sorgenti
nel fianco est che escono da rocce o dal terreno. da ciò deriva il suo nome. Il pittore
tedesco Jacob Philipp Hackert, colpito anche lui dalla straordinaria visione, in un
suo quadro ha raffigurato “Fontebello”. Il nome è significativo. le persone raffigurate
nel quadro hanno la loro ombra in direzione nord. l’ombra non è lunga, non è mattino,
non è pomeriggio, la fonte è esposta a mezzogiorno. nella valle del “Fosso delle
chiuse” vi era “Fonte Bello” (“Fontebella” per i locali): attualmente passandoci vicino
può sfuggirci, perché l’acqua e stata immessa in un bottino di cemento soprastante la
mostra-cascata. come era la famosa Fons Bandusiae? si presentava come una cascata
alta 10-12 metri con molti rivoli che nei secoli hanno formato una grossa concrezione
da cui pendono corpose stalattiti, come un meraviglioso merletto. la presa ha catturato
completamente l’acqua; se ne avessero lasciata un po’ (il sopravanzo) il fenomeno
della cascata sarebbe continuato così come le stalattiti sarebbero cresciute più lentamente.
la parte inferiore delle stalattiti è stata invece picconata da incoscienti per
offrire pezzi di concrezioni a qualche stupida fontana privata. la ex-fonte è raggiungibile
per la carrareccia che risale il fianco sinistro idrografico della “Valle delle
chiuse”, a circa km 1,5 dalla strada licinese (a piedi circa ore 0.20). si trova dopo
una grande parete di roccia, ricoperta da elci (lecci, quercus ilex) cantati dal poeta:
«anche tu sarai tra le fonti famose poiché canterò l’elce piantato sopra le rocce».
Quando la strada inizia a salire sensibilmente, dopo aver superato un piccolo rivolo,
si incontrano due cartelli del Parco dei lucretili che indicano nulla, siti quasi alla
base della cascata. Al disopra vi è il bottino di cemento. Parte della parete è coperta
da vegetazione. Sic transit gloria mundi.
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1- OttorIno PianIgianI, Vocabolario etimologico della lingua italiana.