di Italo Carrarini
Negli ultimi anni gli studi, i dibattiti e la legislazione sui beni culturali e del paesaggio attribuiscono al cospicuo patrimonio nazionale un ruolo sempre più rilevante per lo sviluppo locale e la valorizzazione delle risorse endogene. Il patrimonio culturale - come riferito da Manuel Roberto Guido nell’incontro “Storia, Mito e Paesaggio a Tivoli e nella Valle dell’Aniene (1)” – «se sostenuto da strategie di sistema e rivolto quindi non solo ai beni culturali ma a tutte le altre risorse che caratterizzano e rappresentano i segni distintivi che la storia ha sedimentato in un territorio, può svolgere un’importante funzione sia al fine della preservazione dei beni, sia a promozione e sostegno dello sviluppo economico delle comunità locali».
L’iniziativa ha costituito occasione per porre attenzioni su beni poco valorizzati e su reperti che continuano ad emergere sul nostro territorio rischiando di essere aggrediti da pianificazioni urbanistiche non sempre rispettose e attente. Dopo la cerimonia di accensione del fuoco sacro con le vestali del tempio, Alberto Marchetti, affiancato dalla sibilla tiburtina, nel suo monologo audace ha tracciato un viaggio a ritroso nei luoghi che hanno ammaliato grandi artisti e poeti nei secoli passati, facendo rivivere il “fantasma” di Goethe – una delle massime figure della letteratura tedesca tra ‘700 e ‘800 – affascinato da un’Italia ricca di simboli e vestigia immerse tra quei paesaggi evocati e rappresentati in diverse declinazioni nelle opere dei fini intellettuali del suo tempo. La dott.ssa Benedetta Adembri, responsabile di Villa Adriana, ha svolto una riflessione puntuale tra le piaghe e le disattenzioni verso i beni culturali che affliggono la città, che concorrono al suo impoverimento e alla riduzione delle capacità turistiche ed economiche. Tra le numerose criticità evidenziate: il muro eretto a ridosso del Mausoleo dei Plauzi, il degrado ambientale nell’area archeologica della Vestale Cossinia, l’infelice impatto degli edifici sovrastanti la Grande Cascata dell’Aniene e l’assenza di un tessuto connettivo tra la città e i suoi siti di maggiore interesse.
L’architetto Alessandro Panci ha illustrato un progetto con il quale si vuole valorizzare e rendere accessibile un’ampia porzione del territorio tiburtino, tuttora disunito, tramite la realizzazione di un percorso pedonale, in parte ciclabile, lungo le sponde dell’Aniene nel tratto che da Ponte Lucano conduce ai Templi dell’Acropoli per poi aprirsi ad un naturale prolungamento verso la Valle dell’Aniene. Le interessanti “connessioni” con altri beni del territorio riguarderanno: le cuciture con la sentieristica già presente nella Riserva Naturale di Monte Catillo e con il sistema museale del Santuario d’Ercole Vincitore e della Centrale Idroelettrica dell’Acquoria; con la Grotta Polesìni; con Villa Gregoriana e il sistema delle Ville alto-repubblicane e imperiali; con Villa Adriana, Villa d’Este e il Centro Storico. Oltre al collegamento con l’auspicato Parco Archeologico-Naturalistico degli Acquedotti Aniensi e con le numerose emergenze situate lungo la Tiburtina Valeria e l’Ager Trebulano dell’Empolitana. Il dott. Alessandro Camiz ha posto l’attenzione sull’importanza dei quattro acquedotti aniensi, Aqua Marcia, Aqua Claudia, Anio Vetus e Anio Novus come grandi attrattori culturali diffusi per il distretto culturale della Valle dell’Aniene e il suo paesaggio. Gli acquedotti sono un bene culturale che coinvolge tutti i territori attraversati e sono comparabili per dimensione alla grande muraglia cinese; vanno pertanto tutelati opportunamente insieme agli altri reperti archeologici e alle reti iugerali che caratterizzano il loro tracciato. Occorre, pertanto, rendere percepibile alla scala del paesaggio questi formidabili manufatti anche attraverso colture agricole che ne disegnino il percorso da Roma a Subiaco, passando per Tivoli, Castel Madama, San Gregorio da Sassola, Vicovaro, Zagarolo.
Il regista e attore Massimiliano M. Marinelli nella breve pièce di 6 minuti, ispirata al testo completamente reinventato di «S’io fossi foco non arderei lo monno…» ha parlato del rapporto dell’uomo con la natura e il creato, con la Madre Terra, con la guerra e con lo stesso futuro dell’Uomo. La sibilla tiburtina – incarnata da Silvia Antonetti – interpellata dal fantasma di Goethe, ha, infine, risposto: «satis loqui: ad augendum, protegendum, excolendum culturales res et ipsorum agros, ab infra» (2).
L’evento si è concluso con alcune degustazioni dell’antica cucina apiciana preparate con magistrale perizia e con prodotti locali da Gabriella Cinelli, referente attivissima della condotta Slow Food di Tivoli.
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1- L’incontro “Storia, Mito e Paesaggio a Tivoli e nella Valle dell’Aniene”, promosso dall’Associazione Culturale Nuovi Orizzonti di Castel Madama, si è svolto a Tivoli il 28 settembre 2012 nella suggestiva cornice dei templi di Vesta e di Sibilla nell’ambito del “Settembre Tiburtino”.
2- «Basta chiacchiere: valorizzare, tutelare, sviluppare il sistema dei beni culturali e il loro territorio, dal basso».