ROSANGELA LIBERTINI, Brancolano qua e là anime. Il terremoto del 13 gennaio 1915 nella poesia e nella prosa degli autori marsicani, Edizioni Kirke, Avezzano – Cerchio 2016 (cm 15×21), pagine 120, prezzo € 12,00, senza illustrazioni.
In occasione del centenario del terremoto di Avezzano del 1915 moltissime sono state le pubblicazioni relative a quell’avvenimento, esaminato dal punto di vista sociale, psicologico, storico etc. Il libro Brancolano qua e là anime, nasce con una diversa intenzione. Scritto da chi proviene dalla Marsica e tuttavia ne abita lontano da sempre, è il tentativo di dar voce a coloro che vissero quella esperienza, o la rivissero, cioè la conobbero attraverso le testimonianze dei padri, dei nonni. Si tratta quindi forse di una semplice antologia di testi? Il desiderio dell’autrice è un altro. Come per lei il racconto dei nonni rappresenta un filo rosso e nero (come quello delle antiche coperte abruzzesi) che la lega a questa terra che non esita a definire “sua”, così quei tragici avvenimenti tramandati dalla memoria, attraverso la poesia, la prosa ed il teatro, oltre che attraverso i racconti orali, sono divenuti parte integrante, ed anche creatori di quella che l’autrice definisce l’identità marsicana, intesa come tratti distintivi che formano il volto e la cultura delle persone che abitano la Marsica, o che provengono pur essendo emigrate in tutto il mondo. L’autrice parte quindi dai più antichi, da coloro che vissero in prima persona il terremoto, come Giuseppe Pennazza, e ben più famoso Ignazio Silone, fino ad arrivare ai nostri giorni con lo storico e commediografo Giovanbattista Pitoni ed il giovanissimo Dimitri Ruggeri, che al terremoto ha dedicato anche una videopoesia bellissima, Poemotus. Quello che colpisce nelle opere degli scrittori, soprattutto di coloro che vissero quei tragici eventi è la certezza che quella terra, quei paesi avrebbero ripreso a vivere, che quel terremoto non era la fine di tutto. E noi pensiamo che in un momento come quello attuale, denso di terremoti per l’Italia, ma anche dei piccoli e grandi “terremoti” che ognuno si trova ad affrontare, possa dare una mano per rialzare lo sguardo, per ricominciare.
Come scriveva Ignazio Silone: “Quando la nebbia di gesso si è dissipata, c’era davanti a noi un mondo nuovo”.
(Luca Verzulli)
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