F. BIANCHI, Il tempo delle attese, Editore Il Cuscino di Stelle, 2020 (17×24) € 10,00
Terza raccolta poetica pubblicata da Federica Bianchi, dopo Insolite emozioni (Aletti Editore – 2008) e In controluce. (Giovane Holden Edizioni – 2011).
Il libro raccoglie poesie scritte negli ultimi dieci anni, periodo in cui importanti cambiamenti ed esperienze hanno acceso nell’autrice nuove consapevolezze, stravolgendo il suo modo di vedere e vivere la vita. Da qui nasce il titolo “Il tempo delle attese”. Sono stati anni di attesa, ma attesa di cosa? In realtà la poetessa ancora non lo sa. Per questo sceglie come immagine “simbolo” del libro una farfalla: la farfalla nasce bruco e non è consapevole di ciò che diventerà. Il bruco crede che strisciare sia il suo unico destino e che resterà tale per sempre, ma poi arriva inaspettata la coscienza della metamorfosi. “Il tempo delle attese” rappresenta proprio questo stadio intermedio, la crisalide, in cui l’autrice è consapevole di essere in piena trasformazione, che però ancora non è in grado di comprendere fino in fondo. Le poesie ruotano intorno a tre temi principali. Consapevolezza del sé materno: tra i vari accadimenti della vita, una nuova maternità si impone come evento fondamentale che porta l’autrice a stravolgere le sue certezze. Cambia la prospettiva da cui guarda tutto ciò che di importante ruota intorno alla sua vita, ma soprattutto scopre una nuova dimensione del suo già essere madre. Respiro artistico: l’incontro con gli Artisti della Valle del Cavaliere si rivela esperienza significativa di crescita artistica e personale, che ha permesso all’autrice di tracciare nuovi percorsi di ispirazione e di scoprire nuovi modi di guardare il mondo e di interpretarlo. Risveglio dell’anima: è la presa di coscienza di essere nel pieno della vita, in cui tutto ha smesso di essere scontato e abitudinario. Questo risveglio rappresenta per l’autrice la scoperta di non essere più bruco, di non essere destinata a strisciare per sempre, bensì di avere la possibilità di diventare farfalla, nel tempo e nei modi che la vita le vorrà concedere. “È proprio l’attesa sapiente e tenace che prepara i colori luminosi delle ali della farfalla. È proprio la sofferenza del bruco che striscia a terra ingoiando la polvere del suo difficile e lento cammino che lo conduce al momento del riposo, – come scrive Maeva Proietti nell’introduzione – al tempo dell’attesa, dove la fine coincide con l’inizio di una sospirata e desiderata vita nuova. Vita nuova altro non è che l’esistenza alla quale ogni bruco da sempre è predestinato ed alla quale può giungere soltanto dopo aver consapevolmente vissuto. Senza prima strisciare nessuno potrà mai volare”. (La Redazione)