G. TILIA, L’erba medica di Pietro Rotili, Stampa Fabreschi, Subiaco 2022, (17×24) pp. 140, con illustrazioni b/n e a colori.
Il volume di Giovanna Tilia è dedicato innanzitutto ad una biografia del suo illustre conterraneo prof. Pietro Rotili che, nato nel 1931 da una modesta famiglia di Marano Equo, riuscì, dopo essersi laureato in Scienze biologiche all’Università La Sapienza di Roma, grazie al suo temperamento ed al talento, ad approfondire le ricerche scientifiche nel suo campo fino ad acquistare una notorietà non solo a livello nazionale ma anche mondiale. Il nuovo “metodo” Rotili a lungo sperimentato dallo scienziato per il miglioramento genetico di alcune piante alimentari gli consentì infine, grazie anche alla sua profonda esperienza di provetto ricercatore e pubblicista, di accedere nel 1980 alla carica di direttore dell’Istituto sperimentale per le colture foraggere di Lodi.
Allo stesso tempo Pietro Rotili, impegnato anche politicamente, nonostante gli oneri che gli imponeva la sua attività, trovava modo e tempo per partecipare sia alla vita amministrativa che a quella sociale del Comune di Marano, del quale si sentiva orgogliosamente figlio.
L’ultima parte della vita di Rotili evidenziò ancor di più la sua tempra di studioso e tenace lottatore: una malattia invalidante lo costrinse per anni in una situazione in cui gli risultava difficile comunicare con i colleghi e gli amici, ma, come scrisse il dott. Giorgio Gnocchi, “ … Rotili è stato certamente un Maestro … Durante la sua lunga malattia, ripetevo spesso ai membri del “gruppo”, che, se prima ci aveva insegnato a vivere, adesso ci insegnava a morire”.
Al commosso ricordo dello scienziato, della cui vita l’A. descrive ampi particolari con la citazione anche di testimonianze di persone che lo conobbero, accede una seconda più consistente parte intitolata “Opera ultima. Biotecnologia e l’Umanesimo. La clonazione e la morale”.
Qui l’A. affronta temi di più ampio respiro, che toccano argomenti come la relazione tra la biotecnologia e le varie facce dell’umanesimo, con richiami a certi odierni scottanti problemi, quali la fede religiosa ed il senso del progresso umano. In questo ambito vengono prese in considerazione anche materie come la genomica umana o gli organismi geneticamente modificati (OGM) con le loro implicazioni etiche. Le riflessioni che ne scaturiscono portano ad interrogarsi sulle gravissime responsabilità che l’uomo odierno sente di assumere nei riguardi della vita su questa Terra.
Un discorso a parte è riservato al tema di clonazione e morale, con le molteplici implicazioni di natura anche filosofiche che, più in generale, concernono il futuro dell’umanità. Si tratta, in ultima analisi – questo, in fondo, il problema adombrato da G. Tilia – di riuscire a conciliare ragione e fede ricorrendo ad una soluzione che potrebbe essere quella indicata da Teilhard de Chardin, il quale, nella sua visione cosmologica, superando la pretesa antitesi illuministica, trova l’armonizzazione tra ragione e fede in quanto legate tra di loro in un unico “veicolo”, l’essere umano.
Un libro, quello di Giovanna Tilia, che merita molta attenzione e sollecita il lettore a meditare su argomenti antichi ma più che mai attuali perché eterni (NiCa).