ANTICOLI CORRADO, UN CALENDARIO
CHE PARLA D’ARTE E DI “NUOVE” MODELLE
di Laura Siciliano
In occasione del nuovo anno, l’Associazione Culturale “S. Nicola da Myra”, particolarmente attenta alle vicende storiche – culturali e delle tradizioni popolari della valle dell’Aniene ed in particolar modo di Anticoli Corrado, ha realizzato un Calendario di pregio con lo scopo di incidere nella memoria e nelle coscienze di tutti coloro che, anche se marginalmente, abbiano in qualche modo vissuto e/o partecipato a quell’esperienza del tutto unica nella quale pittori, scultori e modelli – sia in Roma che nei diversi paesi della valle, quali: Arsoli, Anticoli Corrado, Cervara di Roma, Cineto, Saracinesco, Subiaco – si sono, quasi per miracolo, nutriti reciprocamente di linfa artistica, in una sorta di totale e partecipativa simbiosi particolarmente feconda in ragione di un cammino che, a larghi passi, stava percorrendo l’arte, a partire dalla seconda metà del XIX e fino metà del XX secolo.
Allo stesso tempo, l’Associazione si è posta anche gli obiettivi di riuscire a trasferire profonde emozioni alle giovani generazioni attraverso particolari esperienze di tipo visivo che solo le immagini di pregio possono infondere, e di dare a questi ultimi la possibilità di meditare sui significati storico – culturali relativamente a quella singolare professione– il modello/a – di sicuro occasionalmente inventata dal nulla dai “paesani” anticolani, per la massima parte pastori e contadini, da loro intrapresa per l’ottenimento di una auspicata sopravvivenza per se stessi e per la propria famiglia.
Fondamentale è stata la costante e morbosa richiesta della professione di modello e/o modella da parte delle frotte di artisti che giungevano a Roma da tutto il mondo già dal ‘700, i quali, come pionieri in cerca di avventure ma anche come cacciatori in cerca di soggetti artistici da immortalare nei propri quadri, si avventuravano con i cosiddetti “legni” (carrozze per il trasporto della posta), lungo le sinuose curve della via Tiburtina, immersa un tempo nella natura rigogliosa e selvaggia, osservabile in miriadi di quadri realizzati in situ.
Certo è che, ad una richiesta forse da molti considerata pazza, gli abitanti di molti paesi della valle dell’Aniene risposero con altrettanta pazzia facendo scattare in se stessi l’idea geniale che alle risorse della terra, spesso non sufficienti a sfamare la famiglia, si potessero aggiungere i proventi delle “pose artistiche” in paese od anche fuori paese, nelle strade o negli studi. Ecco nascere la prima forma di pendolarismo contadino verso Roma in epoca risorgimentale o forse anche prima.
La scelta dell’Associazione Culturale “S. Nicola da Myra” di dedicare questo calendario al duro lavoro artistico dei odelli ha comportato una vasta ricerca per il reperimento dei soggetti – quadri o foto antiche – utili agli scatti fotografici dei moderni artisti. Dopo di che si sono “scoperti” nuovi modelli/e attualmente residenti in Anticoli Corrado che hanno avuto relazioni parentali con i modelli del passato o che mostravano caratteristiche somatiche particolarmente adattabili al soggetto antico. Tutti, uomini, donne e bambini che hanno posato per il Calendario si sono mostrati all’altezza. Le foto, poi utilizzate per i mesi, sono state scattate da Fabio Anghelone all’interno di uno studio artistico
“storico” appositamente concesso in Anticoli. Il fotografo, come i pittori nell’ottocento, ha realizzato ciascuna foto nella luce fantasticamente naturale del paese, osservata e studiata dagli artisti per la realizzazione dei propri quadri, e presente ancora oggi per l’ immaginazione di ogni umano che ha ed avrà il privilegio di osservarla, viverla e di amarla.
Orazio Amato e gli artisti ad Anticoli
Per avere l’idea di quanto avvenuto, mi sembra importante riportare di seguito alcuni passi fondamentali dello scritto del pittore orazio Amato, estratto dalla Strenna dei Romanisti del 1948, dal titolo: “Artisti romani ad Anticoli Corrado”, estremamente utili per la comprensione del ruolo che la popolazione di Anticoli Corrado, come di altri paesi, ha avuto nel XIX e XX secolo per l’arte. «È risaputo che Anticoli Corrado è famoso come il paese degli artisti e delle modelle. Chiunque lo visita, se non resta, al primo contatto, sconcertato dalla estrema asprezza e povertà del luogo, rimane ammaliato da quell’ aspetto di presepe, nel quale uomini, animali, case, sassi, ed alberi, appaiono immersi e quasi connaturati in una atmosfera primordiale, staccata, stupefatta. E da questa immutabile primordialità sembra si spanda su tutte le cose […] una naturalezza antica, capace di suscitare, di volta in volta, ritmi solenni, quasi religiosi, o una irruenza libera e senza freni, che genera emozioni ed espressioni le più semplici ed elementari. Tale esasperazione dei caratteri che sono, del resto, propri della regione, è uno dei motivi che spiegano l’interesse degli artisti per questo villaggio, arrampicato sui fianchi dei Monti Ruffi, in vista di quell’amena valletta ove nasce l’acqua Marcia che disseta Roma da oltre un secolo avanti Cristo.
Ma, si dice anche che ad Anticoli c’è una bella razza di gente, specialmente le donne. […] Certo, tra i bambini, le fanciulle, dette “varzette”, le donne, i contadini, i pastori, si trovano tipi di una bellezza schietta nei lineamenti e di una incisi-vità nei caratteri somatici veramente non comune. Fin dall’anno 1840 cominciarono a passare per Anticoli artisti stranieri che andavano esplorando, come si usava per i Castelli Romani e le Paludi Pontine, la Valle dell’Aniene sino a Cervara e Subiaco: nel museo di Helsinki figura un paesaggio della Rocca Abaziale dipinto nel 1841 dal pittore finlandese Elmar.
Il primo che vi si fermò a lungo fu lo svizzero Stuckelberg, che nel 1858 vi dipinse un grande quadro che figura tuttora nel Museo di Basilea […]. A lui seguirono il belga Boulard, il tedesco Schreiber, il francese Hiolle che, già nel 1860, fu il primo della lunga serie di pittori e scultori che sposarono una modella anticolana. Le modelle: quanto si è scritto e parlato delle modelle di Anticoli e della vicina Saracinesco! Quanto si è curiosato, arzigogolato, romanzato ed anche malignato su questo ghiotto argomento. Qui conviene affermare che le modelle che divennero spose di artisti, il più delle volte belle ed intelligentissime, sono state per essi perfette compagne e spesso le loro preziose incitatrici ed ispiratrici.
Nei primi tempi tutti venivano chiamati invariabilmente “ngrisci”, ossia inglesi. Dato il fondo intelligente e bonario dei paesani, dalla meraviglia e dalla curiosità fu breve il passo alla cordialità e alla comprensione. Da allora il paese, che veniva, alla bene e meglio, attrezzandosi per accogliere gli inconsueti ospiti, si abituò a familiarizzare con i più strani tipi di ogni nazionalità; un vero campionario: tedeschi, scandinavi, olandesi, russi, inglesi, polacchi, spagnoli, mericani del nord e del sud, australiani, cinesi, giapponesi, ecc. E presto l’abitato e le campagne furono tutte un cantiere, una fabbrica, una fucina (ahi, quanta indiretta responsabilità!) di quadri e di statue: negli studi ricavati da altri ambienti o espressamente fabbricati, nelle vecchie cucine, nei granai, nelle stalle, nelle strade, nel piano, nella montagna. Gli italiani cominciarono a comparire intorno al 1870. È di quella epoca un bel ritratto (1875) dipinto dal bergamasco Cesare Bertoletti, divenuto in seguito ben noto fra i paesisti lombardi, del farmacista Michele Amato, uomo dal carattere d’oro, di viva intelligenza, dotato di una innata sensibilità per le cose dell’arte, il brio e risorse inesauribili, ancora oggi ricordato come l’amicodegli artisti, per antonomasia.
Finalmente nel 1880 Anticoli Corrado fu scoperto da due pittori romani: Augusto Corelli ed il suo allievo Memmo Pennacchini. Scesi al ponte sull’Aniene dalla diligenza che li doveva condurre in Abruzzo, e saliti al paese si può dire per caso, rimasero talmente colpiti dall’incanto del luogo che vi cominciarono subito dei lavori, vi tornarono e vi rimasero agganciati per tutta la vita.
Il Corelli, che fu e rimase il fedelissimo fra i fedeli, che per primo si costruì lassù un vero e proprio studio da pittore, […] comunicò con tale entusiasmo la gioia della scoperta agli amici romani, che presto lo seguirono. […] Infatti Anticoli era in quel tempo diventata una succursale naturale, quasi necessaria, di Via Margutta e di Via Flaminia. Vi sono passati un po’ tutti: gli epigoni fortunyani, i costiani, i Venticinque della Campagna Romana, quelli di “in Arte Libertas”.
Ed ecco che ai pionieri si aggiungono altri: G. A. Sartorio, Adolfo de Carolis, Alessandro Battaglia, Umberto Coromaldi, Enrico Carreras, A. Morani, i romani di elezione Barbasan, Lendorff, Freitas, Bruen, Gallardo, Fernandez,
Okun, Klevesal, Mulin e via via i fratelli Giuseppe ed Alberto Carosi, Filiberto e Corrado Corelli e poi Ferruccio Ferrazzi, Pietro Gaudenzi, Selva, Zanelli, Torresini, Riccardo e Lilah Assanti, Barrera, Sebasti, Frattani, Carena, e, con Carena, Fausto Pirandello, Gigi Chessa (dei Sette di Torino), Capogrossi, Cavalli, ed un pochino anche Cagli, i quali vi si prepararono alle loro battaglie per la giovane “scuola tonale romana”. E si facevano avanti intanto i pittori locali, Pasquarosa Bertoletti Marcelli, i Toppi Margherita Mario e Carlo, Giovanni Ciucci, Michele Amato, Enrico Gaudenzi, Sergio Selva, L. Petricca ed il sottoscritto.
E poi ancora, quasi tutti da Roma, Antonio Munoz, Celestini, Peppino Malagodi, Carlo Romagnoli, Ortona, Federico Moroni, Aureli, Ortolani, Cucchiari, Guido Prola, M. Rava, Renato Brozzi, Lillo Spadini, Virgilio Guzzi, Antonio Achilli, Ponzi, Zauli, Giovanni Omiccioli, ecc.. Arturo Martini, che trascorse ad Anticoli più di due anni consecutivi, collaborando col pittore e scultore americano Maurizio Stern, vi eseguì quasi improvvisando, fra l’altro, i dodici bassorilievi della “Storia d’Amore” che imposero la sua personalità alla Prima Biennale Romana, e la fantasiosa fontana di gusto romanico, in cemento, che orna la Piazza delle Ville».