G. R. ROBERTI. Archi e Portali di Riofreddo (foto di C. SEBASTANI DEL GRANDE)
Fabreschi srl, Subiaco 2011, (cm 31 x 21,50), pp. 258, 238 fotografie b/n a piena pagina, copertina in cartone con sovracopertina, s.i.p.
Quello del nostro presidente, Giovanni Roberto Roberti, è un volume che, sotto diversi aspetti, vanta una lunga storia, non solo per motivi contenutistici, perché effettivamente le immagini che ne riempiono le pagine riportano ad un passato più o meno remoto, ma anche a motivo del fatto che ha avuto una gestazione pluriennale. Nato, infatti, quasi per caso dalla raccolta di vecchie fotografie che illustravano portoni ed archi riofreddani, il primitivo opuscolo manoscritto destinato ad una cerchia di amici innamorati del natìo loco, si è andato in seguito a mano a mano arricchendo di immagini fino ad assumere la consistenza attuale. Come è spiegato nella premessa, Giovanni Roberti ha deciso infine lo scorso anno, di “dare alle stampe” il libro per farne dono ai suoi concittadini ed a coloro che amano ed apprezzano Riofreddo. La maggior parte delle foto, che datano intorno al 1987, offrono così, già di per sé, indipendentemente dalle immagini che presentano, la documentazione di un paesaggio urbano fissato per sempre sulla carta in un’epoca precisa. Prima dei cenni storici, che in una decina di pagine sintetizzano il passato dei monumenti più significativi del villaggio, formando una necessaria premessa al complesso delle illustrazioni, la presentazione del prof. Giuseppe Aldo Rossi, che ben conosce la località avendola frequentata per lunghi anni, introduce con garbo l’argomento. Giustamente egli sottolinea che “anche i marmi più umili – considerati finora testimoni muti di altre epoche – possono parlare, intervenire a perfezionare il quadro della Storia”. Marmi e pietre, conviene aggiungere, di cui Riofreddo dispone in grande quantità. Ne fanno fede le numerosissime fotografie che l’A. – con l’ausilio prezioso di un artista quale Carlo Sebastiani Del Grande – espone in questa collezione, che offre generosamente agli estimatori delle cose artistiche e storiche. La galleria fotografica fa viaggiare il lettore nel tempo e nello spazio. Porte, portoni e portali, iscritti entro le più varie e fantasiose figure di archi, si susseguono senza un ordine preciso, disseminati tra le strade ed i vicoli di Riofreddo. Ed anche i materiali, pietre, marmi, mattoni, utilizzati per la loro costruzione da ignoti artigiani ed artisti nel corso dei secoli, testimoniano nel loro apparente disordine la stratificazione che l’opera degli uomini ha compiuto involontariamente, innalzando dei muti monumenti a segnare il passaggio delle generazioni. Ne esce fuori così, nel complesso, un ricchissimo archivio visivo, una inaspettata collana di preziosi dettagli. Risulterebbe inutile descrivere partitamente la singolarità delle immagini, a ciascuna delle quali probabilmente fa capo una storia che pochi hanno conosciuto. È indispensabile, piuttosto, prendere direttamente visione delle fotografie, osservarne lo spazio concluso e, magari, tentare di scoprire le vicende umane che nascondono le centinaia di porte serrate sotto le antiche robuste arcate. Forse molti villaggi possiedono altrettante misteriose porte legate all’avventura umana. A Riofreddo, però, è toccata in più la sorte di trovare la persona che ha amorevolmente fermato le loro immagini per custodirle in un volume e fissarne per sempre la memoria sottraendole alle ingiurie del tempo. C’è da augurarsi che l’esempio di Roberti serva di stimolo perché anche altri ricercatori, amanti delle patrie memorie, si dedichino alla raccolta di fotografie che illustrino così intensamente i luoghi in cui vivono. (Nicola Cariello)