E. M. Beranger, R. Garbini (a cura di)
E. M. Beranger, R. Garbini (a cura di), Cabrei e Catasti tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie
2006 Comune di Civitella Roveto, (cm. 29.5 x 20.5), pp. 340, tavole a colori e ill.ni b. n.
Un volume tanto interessante e utile quanto travagliato nel vedere la luce. È, comunque, grazie alla sensibilità e alla caparbietà dell’Amministrazione comunale di Civitella Roveto se esso oggi può essere consultato e apprezzato dagli studiosi di storia locale (ma non solo) e dai cittadini interessati. Il libro, difatti, è una raccolta degli Atti di un convegno di studi che si è svolto nel settembre del 2000 e che è stato stampato solo nel marzo di sei anni dopo. Alla stesura di esso, dunque, hanno concorso molti ricercatori che si sono addentrati nello studio dei Catasti Onciari del XVIII secolo (Civitella Roveto, Pescosolido), in quello dei Catasti Pontifici e Regnicoli, nell’analisi dei Cabrei di Istituti religiosi ma anche signorili. Molto ricchi di novità e informazioni sui territori che si dipanano lungo i due Stati pre-unitari sono i contributi sulla “Petra Imperatoris” di Adriano Ruggeri, sulle controversie e sulla riconfinazione tra i comuni di Camerata, Cervara e Rocca di Botte di Luisa Falchi, e sulla rettifica dei confini questa volta nella Valle del Turano di Pietro Carrozzoni. Il lungo saggio di Ruggeri, attraverso l’analisi scientifica delle carte topografiche, dei catasti, dei documenti medievali, delle leggende e dei toponimi, contribuisce a ricostruire la lunga storia della famosa “Petra Imperatoris”, da collocarsi su Monte Autore (ma non necessariamente identificabile con la vetta) e il cui nome potrebbe ricollegarsi in un’area culturale sublacense. Cos’era in realtà? Una lapide, un cippo, un toponimo? Mistero. Sicuramente “era un vero e proprio segno sul territorio”, conclude lo studioso. Da consultare anche la documentata ricostruzione della controversia confinaria tra Camerata, Cervara e Rocca di Botte a cura della Falchi, con l’importante pubblicazione in appendice del “Trattato sul nuovo confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie” del 26.9.1840. Molto utili, insieme alle tante tavole e piante cartografiche, per risalire anche alla spiegazione e alla nascita di toponimi locali sono i diversi Catasti e Cabrei pubblicati. Una curiosità, per invogliare alla lettura di questo volume, è la scoperta del ruolo delle 52 vedove e delle 11 “vergini in capillis” censite nel Catasto Onciario di Pescosolido (1748), analizzato e commentato da Ottavio Cicchinelli. Un libro non di agevole lettura, ma imprescindibile per coloro che si interessano di storia e di gestione del territorio nell’area tra il Lazio e l’Abruzzo di oggi. (ar. ta.)