U. IANNAZZI – E. M. BERANGER. Gente di Ciociaria. Concetto territoriale, condizioni economiche e sociali, migrazioni, religiosità, credenze popolari, balie e modelle
presentazione di P. Clemente, XV Comunità Montana “Valle del Liri”, 2007 Arce, pp. 500, (cm 24×30), 550 illustrazioni bianco/nero e colore nel testo, s.i.p.
Gli autori, un architetto ed un archeologo, hanno dedicato un corposo volume, riccamente illustrato da materiale iconografico d’epoca, raro ed inedito, allo studio antropologico riguardante la popolazione silvo-agro-pastorale che nel periodo compreso tra la metà del ‘700 e la metà del ‘900 abitò i territori del Lazio Meridionale dai rilievi appenninici al mar Tirreno, fino ad abbracciare territori della Provincia di Caserta e che dalle valli del Sacco e del Liri-Garigliano, migrò verso la Campagna Romana e l’area Pontina, giungendo a popolare in modo riconoscibile anche alcune strade e piazze di Roma. Un intero capitolo è dedicato alla definizione popolare, variata nel tempo e mai sancita da leggi o decreti, del concetto territoriale di Ciociaria.
Ricerche rigorose, così ricche di scoperte e di materiali bibliografici, non esistevano su una tale vasta area e, forse, neanche su territori italiani di minore complessità ed estensione. Il libro è una miniera di informazioni e dati, raccolti in modo organico intorno a 12 grandi temi e costituisce una modalità di comunicazione, che si integra con altre complementari, tra cui l’allestimento dell’omonimo museo di Arce (FR), un sito internet, una guida breve, tutte sviluppate dagli autori sullo stesso tema. La mission del libro è quella di mettere a fuoco le condizioni di vita, le tradizioni, i saperi ed il pensiero dei contadini, boscaioli e pastori, che un secolo fa costituivano oltre l’85% degli abitanti della Ciociaria, la cui vita non era molto dissimile da quella degli abitanti dei contermini territori a vocazione rurale. In un momento in cui la cosiddetta civiltà contadina di un tempo si avvia al tramonto, soppiantata spesso da una sempre più diffusa inciviltà agro-industriale, conoscere la storia e le storie dei lavoratori dei campi è utile per misurare le distanze che separano quel mondo dall’attuale e permette di confrontare i livelli di fatica e sopraffazione, ma anche di progresso, il patrimonio di saggezza popolare, i modi di pensare e le energie per combattere le difficoltà del vivere. La documentazione primaria proviene in parte dalle osservazioni dei viaggiatori stranieri del ‘700 e dell’800, che mostrarono una particolare attrazione per il territorio ed i costumi ciociari, in parte da una messe di interessanti documenti d’epoca, in parte dalla ricerca sul campo, che gli autori hanno praticato con rigore e sistematicità per vari decenni. Ampio spazio, poi, è stato dato a brani di poesia dialettale storica (fine Ottocento-primi decenni del Novecento), di grandi poeti poco conosciuti, ma rivelatrice spesso di vissuti popolari molto coinvolgenti per il lettore. Sulla pubblicazione il prof. Pietro Clemente così si è espresso: «È un tomo vigoroso, che raccoglie una straordinaria ricchezza di informazioni, che cerca di dare un risalto in un certo senso statuario, monumentale, alla vita quotidiana della gente ciociara nel suo territorio, vista nella più ampia pluralità e nelle diverse modalità, che vanno dalle migrazioni bracciantili verso Roma e verso le grandi pianure del latifondo, o nella direzione della vita dei boscaioli e dei carbonai, o nella direzione della grande emigrazione transoceanica, che hanno tutte dei nuclei comuni di civiltà, che sono quelle che interessano gli antropologi. Tali modalità vanno dal sentimento religioso alle pratiche processionali, dalla saggezza degli anziani al modo di rapportarsi alla natura, al paesaggio, sì da costruire storia comune di civiltà all’interno delle grandi civiltà, che hanno traversato questo spazio e che restano, come è tipico della storia in generale, un pochino estranee alle comunità». Il libro ha avuto finora varie presentazioni, ognuna delle quali indirizzata su un tema specifico, legato al singolo contesto territoriale, in alcuni centri tra cui Frosinone, Sora, Cassino, Collepardo, Anagni, Veroli. So che è in preparazione una presentazione a Roma. Per l’interesse che i vari argomenti del libro possono suscitare nei ricercatori e negli appassionati di tradizioni locali, perché non pensare ad organizzare un incontro-convegno anche nella terra degli Equi per confrontare esperienze di vita, forme di studio, metodi di divulgazione e/o musealizzazione? (Luigi De Santis)