I DUE MILIARI XXXVIII DELLA VALERIA
AD ARSOLI
di Ulisse Fabiani
Lo scopo di questo articolo è di precisare l’esatta posizione dei due miliari indicanti il XXXVIII miglio della Via Valeria romana e, di conseguenza, il luogo esatto del passaggio della strada romana. Infatti, sebbene il percorso della Via Valeria romana tra il ponte Scotonico, in territorio di Roviano, ed il paese di Arsoli sia conosciuto, ancora non si è fatta la necessaria chiarezza sui luoghi esatti attraversati dalla Via Valeria antica.
La precisazione circa il punto esatto in cui furono collocati dai Romani i due cippi del XXXVIII miglio permette di determinare senza più alcun dubbio il tracciato della strada romana (che percorreva il percorso della vecchia Via Aprutina) e di non dare credito a teorie secondo le quali la Via Valeria romana avrebbe tenuto un percorso prossimo al fiume Bagnatore.
I due miliari
In particolare, nel caso del miglio XXXVIII sono state eccezionalmente rinvenute due diverse pietre miliari recanti lo stesso numerale. La prima pietra miliare (CIL IX 5963) venne scoperta nella seconda metà del XVIII secolo e portata in piazza Valeria ad Arsoli, dove si trova tuttora.
Il cippo è collocato su di una base esagonale con iscrizione dell’anno 1874 ed è sormontato da una fenice bronzea simbolo del paese di Arsoli. L’altezza complessiva del miliario è di m 1,70 ed il diametro è di cm 65. La trascrizione del testo si presenta difficile per il cattivo stato di conservazione del miliario, esposto agli agenti atmosferici da quasi tre secoli; tuttavia non ci sono dubbi sulle integrazioni e, quindi sull’appartenenza del cippo alla serie di Nerva del 97 d.C. (1). Il testo completo è il seguente:
XXXVIII/
Imp(erator) Nerva
Caes(ar) Augustus Pontifex Maximus
Tribunicia
Potestate Co(n)s(ul) III
Pater Patriae
faciendam curavit
Il luogo di ritrovamento di questo miliare è certo: si tratta della località “Sonnoletta”, indicata con il nome di Acqua di Sonnoletta dall’IGM.
La seconda pietra miliare fu scoperta nel 1971 in località Vignale sdraiata in terra ed in situ. La proprietà appartiene al signor Mario Piacentini, che rinvenne il cippo durante i lavori per la costruzione del suo garage, sito ad una quota appena superiore a quella dell’Aprutina. Dopo la scoperta il miliario fu abbandonato ad Arsoli vicino al Municipio e riscoperto solo vent’anni più tardi (2). Oggi si trova conservato presso la vecchia sede comunale (ora Museo delle Tradizioni Contadine), in attesa di una adeguata sistemazione monumentale al pari del miliario di Nerva in piazza Valeria. Il cippo è rovinato sia superiormente sia inferiormente; la parte che sopravvive misura m 1,10 circa ed ha un diametro di cm 50. Reca due iscrizioni, una di Massenzio (è il solo miliario massenziano conosciuto per la Via Valeria, ancora integro) ed una, incompleta, di Costantino, Licinio, Crispo, Costantino II e Licinio jr. L’iscrizione di epoca massenziana cita:
[XXX]VIII
Sacroxa
ncto D(omino) N(ostro)
Maxentio
Invicto et
Clementissi
mo Aug(usto).
L’iscrizione presenta una titolatura insolita per un miliario; in particolare appare suggestivo l’utilizzo del termine “sacrosantus” riferito all’imperatore, che sembra non avere riscontri nella titolatura imperiale di tutti gli altri miliari relativi alle consolari antiche.
La seconda iscrizione si presenta mutila della parte superiore e del lato sinistro; l’integrazione, sulla base di confronti, non presenta comunque problemi. L’iscrizione relativa agli imperatori Costantino e Licinio e ai cesari Crispo, Licinio junior e Costantino II può essere attribuita agli anni 317-323 d.C.:
[XXX] VI[II]
D(ominis) N(ostris) (duobus)
Constantino Maximo e]t Valeri[o/ Licini]ano
Licinio Aug(ustis)
[et Fl(avio)] Crispo et
[Va]l(erio) Liciniano
Licinio et
[Fl(avio) C]l(audio) Constantino nob(ilissimis)
[C]aes(aribus)
bono R(ei) P(ublicae) natis.
Il XXXVIII miglio ed il passaggio della Via Valeria
I due miliari segnalano con certezza il passaggio della Via Valeria in un punto poco sopra la vecchia Aprutina, dimostrando che la teoria, esposta dal Van Essen (3) e poi ripresa dal Buonocore (4), per cui la strada romana sarebbe passata per il fosso Riofreddo per raggiungere Arsoli è priva d’ogni fondamento topografico. Il luogo di ritrovamento del miliario di Nerva è certo: si tratta della località Sonnoletta, indicata con il nome di Acqua di Sonnoletta dalla tavoletta IGM più recente. L’incertezza si ha solo riguardo a cosa si trovasse vicino al miliario quando venne trovato: o una fonte o un ponte. Alcuni dicono si trovasse “ad pontem Somnuli secundum Viam Valeriam”, altri sostituiscono “pontem Somnuli” con “fontem Somnulam”. Si tratta di una questione di lana caprina, in quanto totalmente secondaria per la definizione del punto esatto del passaggio della Via Valeria.
Ritengo infatti che il miliario venne trovato fuori posto nei pressi del fosso Petricca, che era superato con un ponte presso il quale era anche una fonte, tuttora esistente. Non è difficile capire che gli studiosi hanno utilizzato sia il ponte sia la fonte per indicare il luogo di rinvenimento del miliario XXXVIII della Via Valeria.
Il problema del dare torto o ragione alla tesi del Van Essen sorgeva quando, consultando la tavoletta IGM, ci si rendeva conto che la contrada Acqua di Sonnoletta è posta al di sotto della Via Aprutina – Via Valeria, lungo il percorso indicato dallo studioso inglese. Questa osservazione rendeva alquanto difficoltoso far passare la Via Valeria una cinquantina di metri più in alto della contrada Sonnoletta, senza sapere se il miliario qui scoperto era stato trovato in situ o fuori posto. A intricare la questione erano gli evidenti resti delle sostruzioni poligonali sul primo tratto dell’Aprutina, indizio certo del passaggio di un’importante strada romana.
A risolvere la vexata quaestio interviene la scoperta, casuale, di una seconda edizione del XXXVIII miliario della Via Valeria. Questo, nonostante che l’autrice dell’articolo (5) che diede notizia del fortunato rinvenimento contribuisse ad alimentare i dubbi e le incertezze sul luogo del passaggio della consolare, piuttosto che dissiparli, pur avendo a disposizione tutti i dati per mettere il punto definitivo sulla questione. La Roncaioli Lamberti (6) infatti, dice solo che il miliario “venne alla luce nel 1971, nel fondo di Mario Piacentini in contrada “Vignale” distante circa m 50 dal sito denominato “Sonnoletta”, senza specificare in che rapporto erano le due località e facendo così pensare che queste si trovino alla medesima quota, lungo lo stesso percorso. Grazie alla consultazione del catasto di Arsoli e alle preziose notizie fornitemi dal prof. Pulcini, si può invece dimostrare che la Via Valeria passava per la vecchia Aprutina, senza per questo dover spostare la località Sonnoletta lungo il percorso di quest’ultima.
Le due località, Vignale ed Acqua di Sonnoletta, sono sì contigue ma si trovano la prima lungo la Via Aprutina, la seconda al di sotto del tracciato della SS. n.5, presso il km 59,900. Di qui la scoperta: le due località sono distanti 50 metri, come affermato dalla Roncaioli Lamberti, ma in linea d’aria e non in piano; vale cioè a dire che le due località si trovano esattamente l’una sopra l’altra. Il miliario massenziano fu rinvenuto in località Vignale, sdraiato in terra e in situ. Al lato della località Vignale scorre il fosso Petricca, che nella sua discesa verso il rivo Bagnatore passa pure per località Sonnoletta. E’ evidente, data la pendenza notevolissima di questo fianco della montagna e la non esistenza della SS. n.5 fino alla fine del 1800, che, in epoca imprecisata, il miliario di Nerva scivolò lungo il fosso Petricca fino a fermarsi in località Sonnoletta, presso la fonte ed il ponte che valicava il fosso medesimo.
Potrebbe darsi che il miliario massenziano sia stato realizzato all’epoca di questo imperatore proprio in conseguenza dello scivolamento di quello di Nerva cinquanta metri più in basso. Questa ipotesi appare plausibile per due ragioni: la prima è che si sarebbe potuta utilizzare la faccia libera di quello di Nerva per testimoniare i restauri di Massenzio; la seconda è che il restauro massenziano è probabilmente consistito nella riparazione di questo tratto di strada crollato (assieme al miliario di Nerva) per uno smottamento del terreno. I Romani, reputando complesso il recupero del miliario di Nerva caduto (il bosco doveva essere intricatissimo, basta guardare i pochi lembi sopravvissuti fino a noi), preferirono realizzarne uno ex novo, posizionandolo qualche metro lontano dal fosso Petricca che si era portato via quello di Nerva. Questi avvenimenti, infine, potrebbero giustificare la mancanza di altri miliari di Massenzio lungo la Via Valeria.
1 – Il testo del cippo si ricostruisce sulla base del ritrovamento, lungo la stessa via Valeria, di altre pietre miliari dello stesso imperatore Nerva. Tutte le pietre miliari ripetono la stessa formula onomastica ed appartengono al 97 d. C. (solo in un caso ci sono dubbi).
2 – Roncaioli Lamberti C., 1991, L’appellativo sacrosanctus su un nuovo miliario massenziano della Valeria, in Epigraphica, 52, pp. 77-84, Milano.
3 – C. Van Essen, 1957, The via Valeria from Tivoli to Collarmele, in Papers of the British School at Rome, 25, pp. 22-38, Roma.
4 – M. Buonocore, 1974, Un nuovo miliario della Via Valeria in territorio equo, in Antichità Classica, 50, pp. 272-283, Roma.
5 – Roncaioli Lamberti, 1991, op. cit.
6 – Idem, p. 77.