P. SEBASTIANI DEL GRANDE, I due tracciati della via Valeria tra Carsioli ed Alba Fucens, Terra degli Equi, Subiaco 2020, (17×24), pp. 48, ill. b/n e col. nel testo, € 12,00.
Con questa prima monografia, l’Associazione Terra degli Equi – in fieri presso il Comune di Oricola (Aq), il quale fu protagonista negli anni 2003- 2004 di una bella pubblicazione sul paese e di una magnifica Mostra sul popolo degli Equi con interessante ed essenziale Catalogo (cfr. recensioni su Aequa nn.16/2004 e 21/2005 nonché articolo sulla Mostra nel n. 19/2004) – inizia la pubblicazione di Quaderni di topografia antica tra Lazio e Abruzzo con i quali intende proseguire ad indagare questo territorio “ponte” tra le due Regioni in antico abitato da un unico popolo, gli Equi, e contribuire, in particolare, a rettificare ed aggiornare quanto finora pubblicato dai vari studiosi nel corso degli ultimi secoli.
L’interesse dell’archeologo Sebastiani Del Grande si concentra sulla via Valeria (sia Vetus che Nova) aperta dai Romani su antichissimi tratturi di transumanza e per servizio agli acquedotti. In particolare egli pone la sua attenzione sul tratto che dall’antica Carsioli – i cui resti oggi si osservano presso Civita di Oricola – raggiungeva Alba Fucens. Partendo dall’osservazione della famosa Tabula Peutingeriana (III-IV sec. d.C.) e dall’analisi delle altre fonti cartografiche, letterarie ed epigrafiche egli arriva, tra l’altro, alla conclusione che “il percorso della Via Valeria, da Carsioli verso Alba Fucens prima della definitiva sistemazione di Nerva (I sec. d.C.) poteva passare effettivamente per i Monti Simbruini verso Subiaco”, attraversando Prataglia di Cervara di Roma (statio in Monte Grani), Campaegli (statio in Monte Carbonario), Morra Piaglia e Vignola di Subiaco (Vignas) fino a raggiungere la località Pianello (Sublacio). Da qui – ma lo studio è ancora in atto e perciò il Sebastiani avanza solo “una prima ipotesi perché il percorso è ancora da identificare” – la strada doveva superare i Simbruini e raggiungere Marruvium (San Benedetto dei Marsi). Interessante, ma confessiamo qualche perplessità: era sensato fare un giro così “strano” tra montagne, vallecole, dirupi quanto si poteva procedere dritti verso Monte Bove?
L’altro percorso più noto ed accettato dagli studiosi – che dopo il poderoso restauro messo in atto dall’impe- ratore Nerva vuole la Valeria Nova passare per Ponte Scotonico (Roviano) e salire al Ponte S. Giorgio (Riofreddo) per giungere a Carsioli – viene indagato nel tratto che lungo la piana carseolana ha sempre diviso i vari topografi. La Valeria passava dentro Carsioli o lontana da questo centro, raggiunto, invece, da un’altra via per poi, comunque, entrambe salire fino al passo di Colli di Monte Bove? Anche su questa questione, il Sebastiani Del Grande arriva a concludere che i due percorsi “sussistevano entrambi” e insieme continuarono ad essere utilizzati.
Il Quaderno è arricchito, oltre che da foto e riproduzioni di vecchie carte, da utilissime tabelle comparative e tavole a colori contenenti le ricostruzioni dei vari percorsi stradali.(Artemio Tacchia)