GABRIELE ALESSANDRI (a cura di)
Il Catasto del Gentilesco di Oricola
2003, Associazione Culturale LUMEN, pp. 60, s.i.p.
“Oricola vuole ritrovare le sue radici“, scrive il sindaco Ladeluca nella quarta di copertina, e per il raggiungimento di questo obiettivo ha inteso finanziare una serie di lavori a Lumen, tra i quali la pubblicazione di questo catasto. Il Gentilesco riguardava solo i terreni dei signori e dei benestanti e si contrapponeva a quello Rustico che, invece, registrava tutti i possedimenti. Esso, come ci spiega il curatore, vennerinnovato nel 1720 da Ottavio Antonio Fedeli di Avezzano. Naturalmente questa è un’opera particolare, una “fonte” utilissima agli studiosi. E tuttavia, anche “la gente comune”, grazie alle osservazioni e alle notizie fornite dall’Alessandri nelle pagine introduttive, potrà avventurarsi nella lettura poco agevole di questo strumento tecnico-finanziario (serviva per quantificare le tasse) e, magari, “ricostruire” la storia dei propri appezzamenti di terra, rintracciare avi, recuperare la memoria di toponimi in disuso e apprendere misure e colture in uso trecento anni fa nella Piana del Cavaliere. Quanti erano i “gentili” di Oricola nel Regno di Napoli? Quarantasei, ai quali si aggiungevano i “forastieri” e “l’Università” (il Comune).