La nfanzia…de Enzo

ENZO PAOLO DAVID. La nfanzia…de Enzo
2008 Vallepietra, (cm.17×24), pp. 125.

Potrebbe anche sembrar facile scrivere un testo in dialetto, specialmente se si è cultori della materia e se è rimasto inalterato, anche con il passare del tempo, il legame con il “natio borgo”. All’atto pratico, l’impresa risulta però tutt’altro che semplice, perchè ripercorrere lunghi periodi di vita vissuta nel proprio paese, raccontare episodi, ricordare personaggi e tradizioni, l’organizzazione della famiglia con i caratteri dei suoi componenti, gli anni della scuola, il ritorno in paese dopo lunghi periodi trascorsi altrove per motivi di lavoro, intrattenere, insomma, il lettore per 125 pagine scritte in puro dialetto di Vallepietra, è cosa degna senz’altro di attenzione.
E il libro La nfanzia…de Enzo, del quale Enzo Paolo David ne è l’autore, merita più di un’attenzione, perchè egli è riuscito a far rivivere, nell’assoluto rispetto del dialetto della sua Vallepietra, un ambiente a lui famigliare, ma che attraverso la lettura molto piacevole del suo libro, lo è diventato pure per chi di Vallepietra conosceva magari solo il nome, la collocazione geografica del paese lungo la catena dei Monti Simbruini, alle falde di quel Monte Autore che ha nel santuario della Santissima Trinità l’ espressione più suggestiva e affascinante.
I giochi da ragazzi, la vita a Vallepietra, le lunghe sere d’inverno davanti al caminetto, le tradizioni per Natale, Pasqua, la festa della Santissima Trinità, i ricordi degli anni trascorsi a Subiaco per motivi di studio, la nostalgia per il suo paese, sono descritti da Enzo Paolo David (in un recente passato sindaco di Vallepietra) con una semplicità che conquista (quella semplicità che, unita a tanta cordialità, schiettezza e profondo senso dell’amicizia, sono aspetti propri del suo carattere), che rende comprensibili persino le sfumature. Poi quel simpatico: “Allora a ddò eremu remasti!”, con cui l’Autore ricollega le varie fasi del racconto. Insomma, un lavoro quello di Enzo Paolo David che merita di essere conosciuto, perchè l’Autore è riuscito a rendere caldo un testo in dialetto tanto da rendere difficile al lettore staccare lo sguardo da ogni pagina.
(Fabrizio Lollobrigida)