L’ALLIUM SATIVUM NELLA MEDICINA POPOLARE DELLA VALLE DELL’ANIENE

L’ALLIUM SATIVUM NELLA MEDICINA POPOLARE
DELLA VALLE DELL’ANIENE

di Filippo Apostoliti

L’aglio (Allium sativum) è un notissimo ortaggio perenne della famiglia delle Liliacee fornito di un bulbo che, terminata la vegetazione, forma dei bulbilli (spicchi d’aglio) comunemente usati sia in medicina che in cucina. Viene raccolto in estate e le contadine ancora confezionano bellissime trecce o fiètte da appendere nelle cantine. L’aglio non mancava mai nelle case e, spesso, il raccolto in sovrappiù veniva venduto lungo la Tiburtina Valeria, la strada “romana” limitrofa ai campi coltivati nella pianura dell’Aniene.

“L’aceto dei quattro ladri” contro la peste
Essa è una pianta originaria delle regioni desertiche dell’Asia Centrale. La sua diffusione nelle regioni mediterranee avvenne grazie ai migranti asiatici che giunsero in Egitto per fornire la manodopera necessaria alla costruzione delle piramidi di Giza sotto la quarta dinastia egizia. Alcune iscrizioni riportano che gli operai lo sfregarono sulla cute per trovare sollievo dalle punture di insetti comuni nella zona. Inoltre è stato trovato un papiro egizio di medicina datato 1.550 a.C., il Codice Ebers, che fornisce più di 800 formule terapeutiche, delle quali ventidue menzionano l’aglio come rimedio efficace per numerose malattie. Tra queste il mal di testa e le affezioni cardiache. Tuttavia, in seguito si dimostrò utile come stimolante e tonico generale; infatti, durante i primi giochi olimpici in Grecia, fu somministrato agli atleti per migliorare le loro prestazioni.
Nel tempo, grazie alla scoperta di nuove proprietà terapeutiche, fu utilizzato per la cura della lebbra, dell’asma e della tosse. Si usò anche  per ridurre il rischio di contagio della peste. Nel 1721 Marsiglia fu colpita da una terribile epidemia e per seppellire i morti furono reclutati, tra gli altri, quattro ladri, i quali si rivelarono immuni dalla malattia. Ben presto si scoprì il loro segreto, ovvero avevano usato una bevanda costituita da aglio macerato nel vino. Da quel momento divenne famosa come “l’aceto dei quattro ladri” ed ancor oggi è reperibile in Francia.
Ma le proprietà dell’aglio di proteggere dalla peste non erano note soltanto ai ladri. I medici usavano portare delle maschere con un lungo naso adunco, tipo quelle che si vedevano al Carnevale di Venezia e che sono caratteristiche del costume di Pantalone. Ebbene, il lungo naso serviva per infilarci uno spicchio d’aglio e respirare così l’aria depurata dai germi.
Il suo uso aumentò enormemente durante la prima guerra mondiale, quando nel 1917 scoppiò la famosa epidemia di influenza detta “spagnola” che fece più morti di tutta la guerra. L’aumento avvenne dopo la constatazione che i Paesi a forte consumo d’aglio ebbero meno casi di influenza.
L’avvento degli antibiotici portò in seguito ad una riduzione dell’utilizzo dell’aglio in campo terapeutico relegandolo ad un uso prettamente culinario. Solo negli ultimi anni le sue proprietà sono state riscoperte e riapplicate sia nella medicina tradizionale che omeopatica.

L’aglio nella medicina popolare
La medicina popolare descrive diversi usi terapeutici degli spicchi d’aglio. Per la sua azione come vermifugo intestinale, i nostri nonni usavano mettere al collo una collana di aglio per curare la tenia e, contemporaneamente, somministravano delle pillole di felce maschio e spicchi d’aglio da masticare. A volte si preferiva un decotto del bulbo, che era fatto bollire in un litro di latte o di brodo per circa venti minuti.
I contadini, durante la giornata in campagna, erano soliti portare nella sacca un piccolo quantitativo di aglio, che era schiacciato sulle eventuali ferite per prevenire la possibile cancrena grazie alle sue proprietà antibatteriche ed antibiotiche.
Il detto “l’aglio fa buon sangue” ha trovato riscontro anche in questa Valle. E’ nota la sua azione benefica sul sistema cardio-circolatorio. L’aglio può ridurre la pressione arteriosa e le resistenze vascolari sistemiche e polmonari, ma ancora adesso non c’è certezza su quale sia il meccanismo. Oltre ad agire sulla pressione del sangue, l’aglio può contribuire a prevenire l’aterosclerosi, una delle malattie che determina il maggior numero di invalidi e di morti. Esso libera alcuni componenti, i solfuri, capaci di far diminuire il tasso del solo colesterolo cattivo, che si aggrega sulle pareti delle arterie e provoca appunto l’aterosclerosi.
Un’altra importantissima proprietà dell’aglio è quella di rendere più fluido il sangue, rallentando la coagulazione ed evitando così la formazione di trombi. L’effetto è dovuto ad uno dei suoi costituenti, chiamato ajoene. Nella tradizione contadina l’uso massiccio d’aglio nelle pietanze contribuiva quindi a bilanciare la dieta ricca di grassi.
Stupisce, tuttavia, il modo in cui era utilizzato, poiché si era soliti schiacciarlo prima di cucinarlo. La schiacciatura serviva per eliminare le sostanze volatili che avrebbero conferito l’odore caratteristico sgradevole. Si è scoperto che proprio questa pratica permette ai solfuri di legarsi tra loro. Il legame consente una maggiore resistenza alla temperatura di cottura, perciò i solfuri sono quindi assorbiti in concentrazione maggiore e l’azione sul colesterolo e sull’aterosclerosi è più efficace.
La capacità di rendere più fluido il sangue era invece utilizzata nelle punture di insetto. Uno spicchio, infatti, si  strofinava fino alla scomparsa del prurito fastidioso e del gonfiore tipico della puntura. Diversi studi dimostrano che l’aglio, rendendo più fluido il sangue, ha un’azione antiedematosa, bloccando così il processo antinfiammatorio.

Superstizioni e malòcchio
L’aglio è sempre stato tradizionalmente usato per curare e per prevenire una vasta gamma di disturbi. L’impiego di questa pianta ha oscillato, nel corso dei secoli e dei millenni, tra i riti magico-religiosi per scacciare il malocchio e le fatture per opera della “scongiurante”, come avveniva a Subiaco, e le pratiche di stretta pertinenza medica.
La scongiurante, durante la visita ad un infermo, sputava tre volte prima di entrare, poi incideva su uno spicchio d’aglio una croce e lo strofinava sull’occhio recitando varie formule di scongiuro. Una mamma interpellava la scongiurante, qualora sospettasse la presenza del malocchio sul proprio figlio. Ella prendeva alcuni spicchi d’aglio, i quali pestati e impastati con olio venivano messi in una tazzina con un soldo. Se la goccia d’olio si separava dall’aglio e si univa al soldo, allora il malocchio era presente.
Tuttavia l’uso dell’aglio non era esclusivo della scongiurante. Era una tradizione più comune per le famiglie attaccare una treccia d’aglio dietro l’uscio, oltre un ferro di cavallo o un corno rosso, per impedire che “il male” entrasse in quella casa. Alcuni anziani raccontano che spesso alcune corone d’aglio erano poste sotto il letto dell’infermo come gesto propiziatorio. Si  riteneva che l’aglio, con il suo odore sgradevole, avrebbe tenuto lontano gli spiriti cattivi che dall’Inferno potevano risalire e catturare la sua anima.
Nella credenza popolare il potere magico dell’aglio di aiutare gli infermi a superare la malattia, di scacciare il malocchio e di difendere lo spirito dalle aggressioni del maligno è rimasto tuttora vivo. Addirittura nella raccolta delle testimonianze ho notato che l’aglio mantiene intatto un “timore reverenziale” tra i contadini, come se fossero consapevoli delle sue incredibili proprietà curative e magiche.

L’aglio fa bene anche ai giapponesi
Attualmente l’aglio è fortemente utilizzato in Giappone per le sue capacità immunostimolanti dovute all’allicina presente nel bulbo. Esso viene somministrato in basse dosi ai bambini durante la stagione autunnale per ridurre il rischio di malattie da raffreddamento e ad alte dosi per gli affetti da tosse, asma ed enfisema. Anche in Italia vengono consigliate cure preventive per i bambini, basta ingoiare l’estratto Allium Cepa 5 CH. E, come ben sapevano i nostri nonni, fa bene alla salute!