L’eremo di Santa Maria del Monte
(note introduttive di Vittoriano Esposito e Armando D’Alto), 2004 Capistrello, Comitato Studi Palentini, pp. 332, illustrazioni in appendice.
La Madonna del Monte è uno dei patroni del paese e la piccola chiesa, posta sul crinale del monte Aurunzo (m. 1.220 s.l.m.) a un’ora di marcia dal paese, è officiata solo nel mese di maggio. L’edificio è modesto e le altre strutture che formavano in epoca medievale il piccolo romitorio dipendente dall’Abbazia di Farfa oggi si intuiscono appena. La devozione popolare e l’attaccamento al luogo, tuttavia, è grande e non solo da parte degli abitanti di Capistrello, ma anche di quelli di Castellafiume e Corcumello (la chiesetta infatti è equidistante dai tre paesi). L’autore, nativo di Capistrello e oggi avvocato in Roma, non è nuovo alle pubblicazioni di argomento storico (citiamo per tutte “Gli statuti antichi di Avezzano. Aspetti economico-giuridici”, Avezzano, 1989), ed ha da poco dato vita al “Comitato studi” che ha curato l’edizione di questo libro. Libro che il mero titolo non aiuta ad inquadrare bene; infatti il sottotitolo nel frontespizio viene in soccorso al lettore recitando: “Pellegrinaggio storico. Contributo per la conservazione dei luoghi ed arredi sacri dell’eremo di Santa Maria del Monte e ricognizione delle fonti d’archivio per la storia di Capistrello”. L’opera, che si avvale dell’imprimatur di Vittoriano Esposito – icona indiscussa della cultura marsicana – è composta di due corpose parti scritte, più un’appendice iconografica. L’avvio tratta di una ascensione alla piccola chiesa montana che diventa narrazione storico – romanzesca delle vicende dell’Eremo di chiara impronta dantesca: l’alter ego dell’autore infatti incontra vari personaggi storici e colloquiando con essi rifà la storia del luogo sacro. Segue una minuziosa esposizione di atti conservati in vari archivi (Notarile di Stato dell’Aquila, Diocesano di Avezzano, Parrocchiale di Capistrello, Vaticano) che citano a vario titolo Capistrello; sicuramente un compendio utile per chi voglia approfondire le ricerche sul paese, soprattutto nell’ambito ecclesiastico (il più presente in questa disamina). In questa parte spicca la stonatura temporale di un documento relativo ad un “resoconto” – una sorta di “spiata” sulla situazione del paese al Prefetto dell’Aquila fatta da un noto fascista locale – datato settembre 1943, trovato nell’Archivio comunale di Capistrello, un atto totalmente avulso dall’argomento del libro quasi che l’Autore ve lo abbia voluto inserire a forza. A parte questo dettaglio, comunque è un libro che sicuramente amplia bene il ventaglio di argomenti a disposizione di chi voglia addentrarsi nella storia – fin qui poco scritta – di Capistrello. La parte iconografica è senz’altro la più debole, limitandosi a proporre fotografie e disegni in parte già apparsi su altre opere e affidando la rappresentazione grafica dello stato attuale della chiesa ad uno “schizzo di campagna” privo di misure.(gi.ri.)