Manuale del recupero di Cervara di Roma. Elementi, strutture, finiture, materiali, lavorazioni. I modi di costruire nella regione sublacense.

P. ANTONUCCI, E. QUADROZZI. Manuale del Recupero di Cervara di Roma. Elementi, strutture, finiture, materiali, lavorazioni. I modi di costruire della Regione Sublacense
Comune di Cervara di Roma 2011, (cm 24 x 32), pp. 232, Ill.ni in b/n e a colori nel testo, s.i.p.

Non sapremmo dire a quale artista accostarle, ma le tavole a colori sulle ferramenta (batacchi, maniglie, serrature, chiavi in ferro) ci sembrano delle vere opere d’arte, tanto sono policrome ed emozionanti! Tavole che fissano in un grande mosaico strumenti che già di per sé sono arte: creazioni di artigiani che, nel passato, parlavano e sputavano fatica sui carboni incandescenti della “fornacèlla”! Come le altre con i portali, i comignoli, le porte e i portoni di legno fotografati, schedati, associati come macchie di colore nella tavolozza. Ecco, già queste tavole basterebbero a dare valore all’opera di Antonucci e Quadrozzi; inoltre, aver “recuperato” questi oggetti e i loro colori, queste forme modellate con il ferro, con la lamiera, con il legno, con la pietra locale è un importante contributo alla conoscenza, oltreché tecnico-scientifica, anche demologica di questo caratteristico borgo. Cervara di Roma, dopo questo importante e minuzioso studio delle murature delle case, delle vie, degli archi, dei passaggi pedonali, dei tetti, delle gronde, delle finestre, dei solai, degli intonaci è ormai messa a nudo, è completamente svelata. E se questo è meraviglioso e ci crea piacere intellettuale, allo stesso tempo, però, non potrà più farci accampare scuse: il recuperò del paese non potrà più essere una “cosa privata”. Questo Manuale, voluto dall’Amministrazione comunale e finanziato dalla Provincia di Roma, oltre che uno strumento che legge, studia e consiglia è anche un vincolo, più morale che legale, certo, ma sempre un vincolo sacrosanto! Da oggi né gli amministratori né i cittadini potranno ignorarlo. Il lavoro di Antonucci e Quadrozzi è davvero notevole e si pone obiettivi ambiziosi: «contribuire al mantenimento del patrimonio edilizio in condizioni tali da trasformarlo in una vera e propria risorsa anche economica per gli abitanti storici del paese e riuscire così ad invertire il processo di spopolamento e di snaturalizzazione dell’organizzazione sociale». Esso, nella prima parte, è preceduto da un utile inquadramento storico-urbanistico di Cervara, dalla fondazione del castello alla saturazione edilizia attuale, con foto, planimetrie e carte catastali; quindi si concentra sull’analisi dei materiali da costruzione tradizionali presi direttamente in situ (la pietra cardellino, il calcare) o tradizionalmente trasformati (malte, terre) e sul colore degli intonaci, ponendo l’attenzione in particolare sulle terre colorate naturali sublacensi. Importante è anche la parte riservata al nutrito e suggestivo repertorio iconografico (affreschi, quadri e disegni: opere di pittori del Settecento e dell’Ottocento, nonché cartoline e foto d’epoca) che consente «di lanciare sguardi plurimi sulla realtà materiale del paese così come appariva in periodi antecedenti alle tumultuose trasformazioni degli ultimi cinquant’anni». I restanti due/terzi del Manuale sono occupati dall’analisi costitutiva degli edifici (fondazioni, murature, archi, strutture) con numerose tavole sia di rilievo dello stato di fatto che di progettazione di interventi di recupero, dalle proposte di riqualificazione della viabilità, dei fontanili medievali rurali fino alle indicazioni per la ricostruzione dei muri a secco, che – in alternativa al troppo cemento – sarebbe utile ripristinare soprattutto in questi territori montani. Dunque, un ottimo Manuale che partorito da Cervara di Roma ora dovrebbe camminare e crescere in tutti gli altri paesi della valle dell’Aniene (almeno) così da realizzare un recupero diffuso di pratiche edilizie tradizionali che combinate con le moderne tecnologie potrebbero e dovrebbero garantire l’applicazione dei criteri di sostenibilità ambientale alla conservazione e al recupero degli edifici storici e dei nostri borghi antichi. (Artemio Tacchia)