Franco Sciarretta, Orazio nei suoi verbi. Vocabolario delle voci verbali dell’intera opera oraziana, Libreria Editrice Tiburtina,Tivoli 2022 (21 x 30), pp. 200, € 30,00.
Come si legge nella premessa al prezioso testo del prof. Sciarretta, l’opera in questione è la prima ad essere pubblicata dalla neonata “Libera Editrice Tiburtina” (LET) creata dalla Libera Università Igino Giordani APS nell’intento di “promuovere e valorizzare i prodotti letterari di tanti autori operanti nell’ambito del territorio di Tivoli”. Iniziativa quanto mai lodevole soprattutto nel periodo successivo alla pandemia che deve vedere un impegno generale per reagire allo stato di depressione che ha colpito anche il campo culturale. L’indagine dell’A., condotta per anni sulle opere del grande letterato latino, mette a disposizione degli studiosi di Orazio un nutrito repertorio in cui sono raccolte, in ordine alfabetico, tutte le voci verbali usate dal poeta nei suoi scritti. Il verbo, come è noto, è la parte del discorso che regge e crea la frase assegnandole un significato, per cui una frase senza verbo non avrebbe alcun senso: il pensiero deve necessariamente “girare” con il verbo e, al tempo stesso, la scelta dell’uso di un verbo piuttosto di un altro può chiarire e svelare in modo più incisivo un determinato stato o moto d’animo. Il che vale particolarmente, come in questo caso, per il poeta il quale, stando alla radice greca, è colui che fa o che produce con la parola ovvero con il verbum. Il prof. Sciarretta, che ha affrontato la non facile impresa nell’intento di “facilitare lo studio delle opere del grande poeta latino”, spiega infatti che in realtà “nel linguaggio oraziano il posto più importante – crediamo – lo ricoprano le voci verbali”. La puntuale analisi di quelle opere ha prodotto un risultato unico, anche sotto il puro aspetto statistico. Dalla lettura del repertorio si possono ricavare una serie di dati utili non solo agli studiosi. Quali e quanti siano, ad esempio, i verbi utilizzati da Orazio. E non solo. Si può scoprire, ad esempio, quali le forme verbali ricorrenti, i modi, i tempi e le persone con indicazione dell’opera in cui appaiono e così via. Il repertorio raccoglie in ordine alfabetico tutte le voci suddette nello spazio di circa duecento pagine e per comprenderne la mole basta pensare che i verbi citati direttamente ammontano al numero di 10.733. A chi è diretto questo che possiamo definire thesaurus oraziano? Agli appassionati, scrive l’A., ma anche ai semplici curiosi e, aggiungiamo noi, a tutti coloro che amano ed apprezzano la cultura latina. (NiCa)