TERENZIO FLAMINI (a cura di). Prigionieri di guerra 1943-1944. Le fughe e le avventure attraverso Vivaro Romano, Turania, Collalto Sabino, Poggio Cinolfo, Tufo, Carsoli
2005 Roma, Grafica Cristal S.r.l., pp. 94, numerose foto b. e n. nel testo, s. i. p.
Sono molti i materiali (opuscoli, libri, documenti) che in questi ultimi anni vedono la luce e che narrano degli avvenimenti locali successivi all’8 settembre 1943. Ma questo lavoro di Flamini ha la particolarità di rendere in italiano, 58 anni dopo, un diario di un ufficiale scozzese, Jan Reid, pubblicato a Londra nel 1947 e che, a quanto sembra, a tutti sconosciuto. “Con uno stile essenziale ma fluido ed elegante, il capitano “Giovanni” descrive luoghi e persone, fatti e fattacci di un’Italia in bianco e nero” (p. IX): fughe dai campi di concentramento, travestimenti, accoglienza e rifugio nelle “casette” di campagna, rastrellamenti, catture. Naturalmente nel libro sono riportate solo le pagine che raccontano quanto accaduto nei poveri paesi che gravitano intorno alla Piana del Cavaliere, ma sufficienti a riconoscere ed apprezzare gli slanci di solidarietà dei contadini (qui, finalmente, hanno un nome e cognome!), le paure, il rischio della propria vita e della “robba”, le sofferenze patite: tutte cose che allo stesso Reid fecero “apparire di poco conto i nostri guai” (p. 92). E se tutto questo non è stato un contributo alla Liberazione dell’Italia, allora cosa è stato?(ar. ta.)