UNA LAPIDE COMMEMORATIVA A RIOFREDDO

UNA LAPIDE COMMEMORATIVA A RIOFREDDO

di  Giuseppe Aldo Rossi

Sulla via Valeria, nelle vicinanze della Porta di Santa Caterina, sopra il portone del n. 60 si legge questa lapide:

QUI
DIMORO’
GAETANO DONIZETTI
GENIO MUSICALE D’ITALIA
CONGIUNTO
A LUIGI VASSELLI GIURISTA
_____________

PRIVATI CITTADINI
DI RIOFREDDO
A PERENNE MEMORIA
POSERO
IL 15 AGOSTO 1921

E’ voce comune a Riofreddo che il grande musicista abbia trascorso una, sia pur fugace, vacanza in questo palazzo, appartenente alla famiglia Roberti, di cui suo suocero, il giurista Luigi Vasselli, che però risiedeva stabilmente a Roma in via delle Muratte n. 78, occupava un appartamento.
Luca Verzulli, conducendo nel 1998 un’accuratissima indagine su Donizetti, ha cercato di fissare nel tempo questa breve dimora del maestro nel paese che tanto si onora del suo nome. Ciò sarebbe potuto avvenire, secondo i suoi calcoli, soltanto nel febbraio del 1828 oppure nel periodo intercorrente tra la fine di maggio e il 15 giugno 1832.
Dove invece le ricerche del Verzulli inciamparono, o meglio produssero un grosso interrogativo, fu la discrepanza tra la data di affissione della lapide, leggibile sulla lapide stessa, e la comunicazione che ne avrebbe dato “Il Messaggero”, addirittura due anni più tardi (22 agosto 1923). L’interrogativo in questione è il motivo di questa nota.
Tra le mie disordinate carte ho avuto infatti la fortuna di rinvenire la fotocopia di un trafiletto apparso il 18 agosto 1921 sul quotidiano romano “Il Paese”: e così concepito: “A Gaetano Donizetti, che soggiornò in Riofreddo, ha voluto la cittadinanza elevare un ricordo. Una bella lapide è stata apposta sulla casa che appartenne all’insigne giurista Luigi Vasselli, suocero del grande maestro. La cerimonia si svolse alla presenza di un pubblico numerosissimo, nel quale spiccava una eletta schiera di signorine villeggianti. Oratore fu il prof. dott. Giuseppe Presutti, il quale parlò del maestro e del soggiorno presso colui che doveva divenire suo suocero, poiché la figlia Virginia, morta immaturamente a Napoli a soli 29 anni di età, andò sposa al grande bergamasco. L’oratore, ripetutamente applaudito, a nome del Comitato organizzatore della festa consegnò la lapide al Sindaco locale e annunciò l’invio di un telegramma alla città di Bergamo. Prese poi la parola il sindaco Bernardini, che ringraziò il Comitato, esortando la cittadinanza a custodire e a mantenere sempre vivo il ricordo delle glorie di cui Riofreddo è ricco. Rallegrò la festa il concerto locale, ora divenuto “Concerto Donizetti”, che quanto prima, riorganizzato e rinvigorito da nuovi elementi, potrà così continuare la tradizione e raccogliere allori nelle province del Lazio e dell’Abruzzo”.
Se dobbiamo prestare fede alla commemorazione del Presutti, che parla di un Donizetti non ancora convolato a nozze, si deve concludere che delle due date ipotizzate da Luca Verzulli sulla permanenza del musicista a Riofreddo (ripeto: febbraio 1828 oppure periodo tra la fine di maggio e il 15 giugno 1832) resta come accettabile soltanto la prima, dato che il matrimonio del compositore con Virginia Vasselli avvenne il 1° giugno 1828.
Ma non è questo che m’interessa per il momento. La mia attenzione è attratta piuttosto dall’articoletto sull’avvenimento, che sarebbe incredibilmente comparso su “Il Messaggero” con due anni di ritardo, il 22 agosto 1923. Ebbene, esso ripete, quasi testualmente, le parole del cronista de “Il Paese”, inducendo al sospetto: a) che il corrispondente dei due giornali operasse non su uno, ma su due fronti; b) che la data attribuita alla seconda cronaca sia sbagliata. Luca Verzulli, interrogato sull’argomento, ha detto di avere desunto tale data da uno scritto del Presutti stesso. E’ quindi da concludere che questi nel trascrivere la notizia della celebrazione non si sia accorto di averla portata avanti di un intero biennio, aumentando involontariamente le non poche nebbie che già avvolgono il passaggio per Riofreddo dell’autore di tanti immortali melodrammi.