VISITE PAPALI A SUBIACO

VISITE PAPALI A SUBIACO

di Nazzareno Giuliani

A seguito di accurate ricerche effettuate nell’antica Biblioteca del Monastero di S. Scolastica in Subiaco e nell’Archivio diocesano della Cattedrale di S. Andrea Apostolo (1) siamo riusciti a ricostruire l’elenco dei Pontefici che hanno visitato i Monasteri e la città di Subiaco nel corso dei secoli. Nell’elenco, che appresso si riporta, figurano esclusivamente le visite papali documentate con una certa sicurezza e non quelle effettuate da ecclesiastici che, solo in seguito, sarebbero ascesi al soglio pontificio. Anche per le visite di Zaccaria (741-752) e di Gregorio Magno (Roma, 590-604) non si è in possesso di documenti certi. Questo ultimo papa, padre dell’intramontabile “Canto gregoriano”, nei suoi “Dialoghi” mostra una esatta conoscenza della valle sublacense e beneficò largamente i Monasteri, conservando per essi un culto speciale.

I papi prima del Mille
La visita di papa Leone IV (Roma, 847-855) è attestata nel “Chronicon Sublacense”, anche se non dà una data precisa. Quella indicata dai cronisti posteriori è l’anno 853. Questo papa si adoperò per riparare i danni inferti ai Monasteri dai Saraceni. Su invito dell’abate Pietro si recò a Subiaco e offrì ai monasteri ricchi doni, che risultano elencati nel “Liber Pontificalis”. Il Pontefice, recatosi poi al Sacro Speco, consacrò due altari: quello della “Santa grotta” e quello della “Grotta dei pastori”.
Giovanni XII (Roma, 955-964) si recò a Subiaco nel maggio 958, invitato dall’abate Leone (923-961) per sanare le divergenze sorte tra i monaci ed alcuni vasalli locali per il possesso del castello di Subiaco. La visita è attestata dal “Regesto Sublacense”, doc. n. 20. Giovanni XII con un suo privilegio (doc. 12 del Regesto) confermò il possesso del castello ai monaci.
Il Chronicon, invece, cita la venuta a Subiaco di Benedetto VII (Roma, 974-983) ed è confermata da un’iscrizione aggiunta posteriormente in una lapide del sec. IX murata nel chiostro gotico del monastero di S. Scolastica. Dietro invito dell’abate Benedetto, il papa si recò a Subiaco il 4 dicembre 981 consacrando la chiesa del monastero.

Le visite fino al XV secolo
La venuta a Subiaco di papa Leone IX (Brunone dei Conti di Dagsburg-Egisheim, Baviera, 1048-1054) è citata nel Chronicon, ma senza riferimento ad alcuna data. Sicuramente essa avvenne dopo il 12 febbraio 1049, cioè quando il pontefice fu intronizzato a Roma, e prima del 2 maggio 1050, data del Sinodo romano. Leone IX, ripetendo il gesto di Giovanni XII, comandando ai vassalli ribelli di bruciare i loro pseudo documenti, riuscì a confermare privilegi e possessi al monastero (lettera del 31 ottobre 1051, Regesto, doc. 21). In essa si parla anche di Agosta: “Confirmamus et corroboramus vobis… casale qui vocatur Augusta, cum monte in integro ubi constructum est castellum cum masis, fundis et casalibus…” (Confermiamo e consolidiamo a voi…il casale chiamato Agosta, con l’intero monte dove è costruito il castello con le contrade, i fondi e i casali).
Venne poi Pasquale II (Rainero di Bieda, 1099-1118), che continuò la campagna per le Crociate e la lotta per le investiture contro EnricoV. Una delle tante spedizioni militari riguardò Subiaco: agosto 1109, come attesta il Chronicon ed il Liber Censum. Il giorno 22 agosto il papa raggiunse il monastero e il giorno 23 col suo esercito, dopo aver  celebrato la messa, si spostò ad Affile e Ponza per espugnarli. Ma, mentre Affile subito si arrese, a Ponza gli uomini di Ildebrando resistettero fino al 26 agosto. Il giorno 27 il papa tornò al monastero di S. Scolastica e il 28 salì al Sacro Speco per benedire un altare dedicato ai Santi Benedetto e Mauro.
Il papa Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni –Anagni, 1198-1216) soggiornò a Subiaco, come viene attestato dai registri papali, dal Chronicon e da una curiosa lettera di un personaggio della corte papale. Questa lettera fu scoperta da Carlo Hampe di Parigi (Cod. latino 11857) e pubblicata nella “Historiche Vierteljahrschift” (pp.509-535). Il papa restò a Subiaco più di un mese. Dalla lettera citata si viene a sapere che i membri della sua corte dormivano “apud monasterium sublacense” sotto le tende. Innocenzo III spesso e volentieri scendeva alle rive del primo lago di Nerone, che crollò nel 1305. L’anonimo autore della lettera sopracitata dice del papa: “Egli ama tanto l’acqua dell’Aniene” che “ cum in eadem sacras manus apponat libenter et de ipsa frigido gargarismo utatur”. Il papa durante il soggiornò predicò ai monaci riuniti in capitolo e pensò anche ai bisogni materiali: donò una pianeta e 20 libbre di moneta camerale; ai monaci del Sacro Speco stabilì un censo annuo di sei libbre, precisando il 24 febbraio 1203 che quel censo doveva prendersi dai frutti del castello Porziano. Questa decisione papale si vede ancora scritta in un dipinto nella chiesa inferiore del S. Speco in cui il papa è raffigurato come fosse vivo.
Prima di divenire papa, Ugolino dei Conti di Segni già era stato a Subiaco. Col nome di Gregorio IX (1227-1241), in un anno non precisato, fu a Subiaco per visitare il beato Lorenzo e per consacrare un altare nella cappella di S. Gregorio, consacrazione nella quale fu presente anche S. Francesco d’Assisi. Da molti storici e cronisti si suole ripetere che Gregorio IX abitò due mesi al S. Speco, e cioè nel luglio e nell’agosto del 1227 e che nel 1232, mentre ritornando da Rieti si recava ad Anagni, il giorno 11 agosto fece una breve visita anche all’abbazia di Subiaco.
Alessandro IV (Rinaldo dei Conti di Segni, 1254-1261) era nativo di Jenne ed ebbe certamente l’occasione di conoscere la vicina Subiaco e i Monasteri. La sua famiglia, prima espulsa violentemente dal paese dall’abate Romano, negli anni 1240-1243 rientrò nel possesso del feudo. Il papa fu a Subiaco e a Jenne nel 1260 per due mesi. Tale soggiorno è documentato nei Registri papali, nel Chronicon e in alcune lettere di due notai pontifici. Il papa nel suddetto soggiorno si proponeva di osservare da vicino la vita monastica benedettina e di rivedere Jenne. Il 10 settembre 1260 in una lettera detta norme di vita religiosa ai monaci; in un’altra, datata Jenne 30 settembre stabilisce che a S. Scolastica il numero dei monaci coristi fosse di 30 e al Sacro Speco di 12. Il pontefice rimase a Jenne fino ai primi di ottobre, da dove poi partì per Anagni.
Il Mirzio, nella sua cronaca del 1628, riferisce di due documenti che parlano della venuta a Subiaco di papa Urbano VI (Bartolomeo Prignani di Napoli, 1378-1389). Uno riguarda il monaco specuense Giovanni D’Aragona, che nel trascrivere in un saltuario le indulgenze elargite dai pontefici al Sacro Speco cita anche quella concessa da Urbano VI “quando visitò il Sacro Speco”. L’altro riguarda la pronunzia dei voti di frà Guglielmo “de Vinea”: “in presentia sanctissimi domini nostri Urbani, divina providentia papae sexti”. Non si conosce l’anno dei suddetti documenti; crediamo probabile che urbano VI sia venuto a Subiaco nei primi anni del suo pontificato, cioè nel 1378 oppure nel 1383, in quanto nell’autunno di quest’anno iniziano i tormentati mesi del suo pontificato.
Della sua venuta a Subiaco il papa stesso, Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1458-1464), fa cenno nei “Commentari rerum memorabiliumi”. Restano a testimoniarlo, ancora, una lettera datata dal S. Speco nel giorno della visita e i graffiti incisi da personaggi della corte papale sui muri del monastero. Il celebre papa umanista, invitato dal card. Giovani Torquemada, vi si recò il 16 settembre del 1461. Il cardinale e il popolo gli andarono incontro “inter vinea oppidi Sublaci”. Il papa in primo luogo salì alla Rocca Abbaziale, popi “per abruptas petras” si recò a S. Scolastica, ammirando gli edifici “magno sumptu constructa”. Quindi si recò al S. Speco, che si presentò al pontefice come un nido di rondine. Ivi il papa fu accolto da 20 monaci, di cui ammirò e lodò la santa vita. Pio II dal Sacro Speco diresse una lettera ai monaci (Orig. II, ‘64) nella quale permetteva anche alle donne in determinate feste di entrare al S. Speco e concedeva speciali indulgenze per le Quattro tempora di settembre.

Dopo tre secoli i papi tornano a Subiaco
Dopo 328 anni un altro papa fece visita a Subiaco, Pio VI (1775-1798). Il cardinale Gian Angelo Braschi era stato un anno a Subiaco come Abate Commendatario risiedendo nella Rocca  che aveva fatto ingrandire e restaurare. Il giorno stesso della sua elezione con una lettera al suo vicario Mons. Iacoboni comunicava la sua intenzione di voler continuare a governare direttamente l’Abbazia di Subiaco. Dal 18 al 25 maggio 1789 venne a Subiaco. Qui consacrò solo l’altare maggiore della nuova Collegiata di S. Andrea (la costruzione era durata 12 anni) lasciando a mons. Passeri e a mons. Speranza il compito di consacrare gli altri altari minori (2). Il 23 maggio si recò a S. Francesco di Civitella (Bellegra) per venerare il nuovo beato Tommaso da Cori. Il 25 partì per Roma dove erano già arrivate le notizie della Rivoluzione francese. Il giorno medesimo tornò a Subiaco per inaugurare l’arco eretto in suo onore.
Prima di divenire papa, Mauro Cappellari di Belluno (1831-1846) era stato più volte a Subiaco sia come abate sia come cardinale, ospite della famiglia Lucidi. Da papa Gregorio XVI vi tornò nell’aprile del 1834. Il pontefice giunse a Subiaco il 29 aprile, poco dopo mezzogiorno. Giunto all’arco scese dalla carrozza e proseguì a piedi fino a S. Andrea, dove impartì la benedizione. Quindi andò a  mensa col cardinale commendatario Galleffi. Verso le 18 raggiunse S: Scolastica, accolto dall’abate Taini e dall’abate Bini. Il 30 aprile salì al Sacro Speco e fu ricevuto dall’abate Piacenti. Ivi il papa celebrò la messa presso la grotta e donò al monastero il calice con cui aveva celebrato. Il primo maggio scese a Subiaco e, fatta una breve visita alla casa Lucidi, salì a visitare le benedettine di S. Giovanni Battista. Ripartì per Roma il 2 maggio.
Il papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1845-1878), si recò a Subiaco nel maggio del 1847. Partito da Roma nella mattinata del 27, giunse a Subiaco poco dopo mezzogiorno. Sostò brevemente a S. Angelo in casa dei Lucidi per un breve rinfresco, poi proseguì per S. Andrea dove diede dalla loggia la benedizione apostolica al popolo.

Le visite in epoca repubblicana
Sembrava impossibile che Subiaco potesse rivedere un papa. Invece, dopo 113 anni, la speranzosa attesa si realizzò con la visita di papa Giovanni XXIII (Angelo Roncalli, 1958-1963). Era il giorno 23 settembre del 1960. Proveniente da Castel Gandolfo, con lo scopo di pregare per la felice riuscita del Concilio Ecumenico Vaticano II, il pontefice si diresse al Sacro Speco salendo la faticosa scala che attraversa il boschetto. Il papa fu ricevuto dall’abate Egidio Gavazzi, dall’abate Lorenzo Salvi e da tutti gli alunni del Seminario abbaziale. Celebrò la messa nella chiesa superiore e poi scese a pregare nella grotta di S. Benedetto; quindi scese a visitare S. Scolastica e a S. Andrea impartì la benedizione a un’immensa folla di fedeli.
Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) venne a Subiaco l’8 del mese di settembre 1971. Il papa si recò al S. Speco per implorare l’aiuto divino ed il patrocinio di S. Benedetto sui lavori del sinodo dei vescovi. Dopo la visita fu ricevuto dai canonici della cattedrale di S. Andrea, dalle autorità della Regione, della Provincia e dai sindaci dei paesi della diocesi. Nel pomeriggio fece ritorno a Roma. Durante il viaggio non fu possibile alla comunità di Agosta godere il piacere di una breve sosta del papa alla chiesetta della Madonna del Passo, dove la gente si era radunata in preghiera, perché era scoppiato all’improvviso un temporale che impedì al papa di fermarsi. Quel giorno lì in ansiosa attesa c’ero anch’io.
L’attuale pontefice, Giovanni Paolo II (Carlo Wojtyla di Cracovia, 1978), il 28 settembre 1980 giunse in elicottero sul piazzale del S. Speco. In chiesa l’attendevano molti cardinali, l’abate Stanislao Andreotti ed altri 120 vescovi. Fatta la visita alla grotta di S. Benedetto, il papa in processione scese al monastero di S. Scolastica per una preghiera comunitaria. A Subiaco celebrò la messa in piazza della Resistenza. Raggiunse poi la cattedrale di S. Andrea per l’udienza al clero e alle 21 in elicottero ripartì per il Vaticano.

1 – Esprimo, alla memoria, un vivo ringraziamento al reverendo Benedetto Cacchioni di Subiaco, parroco di Agosta, deceduto il 29 agosto 2003 per l’interessamento e la collaborazione a questa ricerca.
2 – Per ricordare la consacrazione della Collegiata di S. Andrea il pontefice fece coniare una medaglia d’argento: nel verso si vede la scena della consacrazione con la scritta TEMPLI SUBLC. CONSECRAZIO A. 1789, nel recto l’immagine del papa con la legenda PIUS VI PONT. MAX. A. XV.