Vocabolario del dialetto tiburtino

F. SCIARRETTA, Vocabolario del dialetto tiburtino, Tiburis Artistica
Editrice, 2011 Tivoli, (cm 18 x 25), pp. 400, ill.ni b/n nel testo,
s.i.p.
Il dialetto nella valle dell’Aniene continua ad arricchirsi di ricerche e contributi importanti ad opera di studiosi e, in particolare, di “appassionati” locali. Dai lontani pioneristici studi di Norreri (1905), Lindsstrom (1907) e, soprattutto, Merlo (1922), si è passati, ormai, ad una quantità ragguardevole di testi dialettali – più o meno scientifici o, quantomeno, seri – distribuiti in quasi tutti i paesi. Non solo raccolte di poesie (molte dal vernacolo discutibilissimo), di storie e aneddoti, di proverbi e filastrocche, di testi teatrali, di grammatiche e antologie, ma anche di importanti ed indispensabili vocabolari, come questo pubblicato da Franco Sciarretta.Il dizionario, arricchito dai gradevoli disegni di
Cairoli Fulvio Giuliani e da una elegante veste tipografica, è soprattutto un thesaurus di lemmi – come lo ha felicemente definito L. Lorenzetti – che Sciarretta ha raccolto non solo direttamente ma attingendo anche alla letteratura dialettale tiburtina.
Fonte primaria: Evaristo Petrocchi (1870-1944). Ed è questa la particolarità, rispetto agli altri vocabolari
sfornati nella zona, che più ci piace: la parola tiburtina non viene solo tradotta in italiano ma illustrata in
tutte le sue accezioni utilizzando i testi originali degli autori (non solo di Tivoli) con relative traduzioni.
Citando, in questo modo, le molte fonti si riesce a ricostruire persino la storia – o meglio, i tempi d’uso
– della parola e a renderla quasi enciclopedica. La lettura diventa piacevole e non solo utile, anche perché
l’Autore ha evitato la trascrizione accademica dei fonemi (IPA, alfabeto fonetico internazionale) che
avrebbe reso ostica agli stessi tiburtini la comprensione dei termini. Così, ad esempio, le parole: ka:ne
(cane), rwɔ:ta (ruota), sko:pa (scopa), ‘sɔʃera (suocera), eccetera, gli studiosi – e non la stragrande
maggioranza dei tivulisi ai quali il vocabolario è destinato – potranno giustamente leggerle nel prezioso
volume di V. PETRUCCI, Grammatica del dialetto tiburtino, in Atti e memorie della STSd’A Tivoli, vol.
LXXVII, 2004, al quale si rimanda e che la stessa “Tiburis Artistica Editrice” ha pubblicato. Sciarretta
voleva «dare testimonianza di una lingua» e con questo vocabolario, che va ad aggiungersi all’altra
significativa opera del 1999, Il dialetto di Tivoli, sicuramente c’è riuscito. Il lettore, infine, avrà il piacere
di scoprire anche toponimi del 1838 (Crapareccia, Reseragghiu, Cocerinu, Votanu, ecc.) grazie alla
bellissima Pianta della Città di Tivoli allegata al libro. (Artemio Tacchia)